Lavoro, salario minimo e lotta alla precarietà. Scontro garantito sul reddito

I partiti e il tema occupazione. Il centrodestra punta sulla defiscalizzazione, il Pd sui contratti stabili. Incognita sul sussidio per chi non ha impiego. Rischia di essere cancellato, i grillini vogliono rafforzarlo

Carlo Calenda è il fondatore di Azione

Carlo Calenda è il fondatore di Azione

Roma, 27 luglio 2022 - La campagna elettorale è e sarà sempre di più nelle prossime settimane anche il terreno di scontro sul Reddito di cittadinanza, tra chi, come i grillini e, in parte, il Pd, punta a difenderlo con le unghie e con i denti e chi, come il centrodestra, ma anche Azione e IV, non vede l’ora di cancellarlo. Ma, più in generale, con l’inflazione all’8 per cento e il record dei contratti a termine, anche gli altri nodi avviluppati del mercato del lavoro, dal salario minimo alla precarietà, al crollo del potere d’acquisto, saranno al centro delle contese e delle ricette dei partiti.

Stop al bonus 200 euro. Draghi-sindacati: arriva decontribuzione in busta paga

Sergio Cofferati: "Conte e i 5 Stelle non saranno mai la nuova Cosa rossa"

Centrodestra

VIA IL SUSSIDIO DEL M5S

Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno sempre denunciato il fallimento e gli abusi connessi al reddito di cittadinanza: da qua l’idea della sua cancellazione come strumento a pioggia e la sua riconduzione a strumento di sostegno per coloro che non possono lavorare per condizioni fisiche e di disagio sociale. Mentre sul versante più direttamente collegato al mercato del lavoro l’obiettivo è quello di puntare su una vera rivoluzione delle politiche attive, attraverso il pieno e sinergico rapporto tra sistema pubblico e Agenzie private per il lavoro. Il tutto accompagnato dalla drastica eliminazione dei vincoli legislativi previsti dal Decreto Dignità per i contratti a termine, rimettendo in gioco pienamente la contrattazione collettiva come fonte delle regole per la flessibilità del lavoro. Con il corollario della detassazione del salario contrattato a livello aziendale o territoriale e lo sviluppo del welfare integrativo a tutti i livelli.

Leggi anche: 

Approfondisci:

Elezioni news, vertice Letta-Sala-Di Maio. E Draghi torna a parlare: autunno complesso

Elezioni news, vertice Letta-Sala-Di Maio. E Draghi torna a parlare: autunno complesso

Centrosinistra

LOTTA ALLA PRECARIETÀ

Il Pd punta a caratterizzarsi come il partito del lavoro e del contrasto del lavoro precario e di quello "povero": in più occasioni Enrico Letta ha annunciato l’intenzione di restringere l’area degli stage e dei tirocini e di cancellare quelli gratuiti. Mentre il Ministro Andrea Orlando guarda con favore alla legge spagnola che ha ristretto al minimo le possibilità per i contratti a tempo determinato. Una tesi ampiamente sostenuta da Leu. Taglio del cuneo fiscale e salario minimo "contrattuale" e non imposto per legge sono gli altri due capisaldi della strategia del Nazareno per il mercato del lavoro. Nessuna abolizione del Reddito di cittadinanza, ma solo una correzione sul versante lavoristico dello strumento, con investimenti nelle politiche attive e nei centri pubblici per l’impiego. Con timide aperture verso le Agenzie private.

5Stelle barriera

A DIFESA DEL REDDITO

I grillini si giocano la partita su due bandiere tipiche del loro armamentario: Reddito di cittadinanza e il salario minimo. Sul primo punto non accettano correzioni, neanche rispetto al rifiuto dell’offerta di lavoro che provenga da privati. Sul secondo il canovaccio è quello della proposta di salario minimo legale a 9 euro l’ora secondo la proposta dell’ex Ministro Nunzia Catalfo.

Azione e Italia Viva

Nettamente contrari al sussidio grillino sia Matteo Renzi sia Carlo Calenda. Ma nel Programma repubblicano di Azione si insiste anche su "una lotta senza quartiere alla povertà lavorativa facendo una legge sulla rappresentanza per cancellare i contratti pirata, stabilendo un salario minimo legale, nel solco della direttiva europea, per proteggere chi non è coperto dalla contrattazione collettiva e chiudendo le cooperative nate solo per sottopagare i lavoratori". Per Azione, però, la chiave di volta è anche "la formazione continua che deve essere incentivata da parte del datore di lavoro (credito d’imposta), inserita in tutta la contrattazione nazionale, come diritto del lavoratore, e delegata alle agenzie private di collocamento".