Venerdì 19 Aprile 2024

Lavoro, 500 mila italiani sono 'fuggiti' all'estero

Gli spostamenti negli anni della crisi (2008-2015). Le mete? Germania, Regno Unito e Francia. Ma anche 300 mila stranieri sono tornati a casa. Cresce l'emigrazione interna

Ragazze con la valigia (Newpress)

Ragazze con la valigia (Newpress)

 Roma, 21 giugno 2017 - Fuga per il lavoro. Negli otto lunghi anni della crisi -  dal 2008 al 2015 - oltre 500 mila italiani hanno fatto la valigia e si sono trasferiti all'estero, cancellandosi dall'anagrafe. Le mete più 'battute'? Nell'ordine Germania, Regno Unito e Francia. Ma non è tutto: oltre 380 mila italiani nello stesso periodo hanno cercato fortuna al Nord dal Sud.

I dati vengono dall'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, che hanno stilato il rapporto "Il lavoro dove c'è. Un'analisi degli spostamenti per motivi di lavoro negli anni della crisi". Il rapporto Iin particolare mostra che tra il 2008 e il 2015, 792 mila persone si sono cancellate dagli archivi anagrafici dei comuni italiani per trasferirsi all'estero; di queste 509 mila sono cittadini italiani. Costante l'incremento: 61 mila nel 2008, oltre 100 mila nel 2012, e poi c'è il picco di 147 mila nel 2015 (ben 20.000 sono andati in Germania, 19.000 nel Regno Unito, 12.600 in Francia).

STRANIERI IN FUGA - Ma non fuggono solo gli italiani: al mezzo milione che ha scelto di andare oltrefrontiera bisogna aggiungere i quasi 300 mila stranieri, soprattutto provenienti dai Paesi dell'Est, che in questi anni sono rimpatriati nella loro terra di origine non trovando più opportunità in Italia.  

REGIONE PER REGIONE - Quanto all'emigrazione interna tra le regioni, a spostarsi sono principalmente di lavoratori qualificati che vedono nella fuga dal Mezzogiorno la via migliore per guadagnare di più. E così dal 2008 al 2015 si è registrato un aumento di 273 mila residenti nelle regioni del Nord e di 110 mila nel Centro Italia: di conseguenza il Mezzogiorno ha perso 383 mila residenti. 

Le regioni che in 8 anni hanno perso il numero maggiore di residenti sono: Campania (-160 mila), Puglia e Sicilia (-73 mila). Viceversa, le regioni che hanno ricevuto il numero maggiore di migranti interni sono la Lombardia (+102 mila), l'Emilia Romagna (+82 mila), il Lazio (+51 mila) e la Toscana (+54 mila).  Secondo lo studio, più di un occupato su dieci lavora in una provincia diversa da quella di residenza e "lavorare nel comune di residenza sembra un privilegio riservato agli occupati tra i 15 ed i 64 anni residenti in 13 grandi comuni con oltre 250 mila abitanti. Tra questi comuni, Genova, Roma e Palermo registrano nel 2016 oltre il 90% di occupati residenti.

PENDOLARI - La ricerca analizza anche il fenomeno del pendolarismo, mostrando che Milano è l'epicentro degli spostamenti interprovinciali in Italia. Il capoluogo lombardo, infatti, è presente fra le province di destinazione o di partenza degli occupati "pendolari" in ben 6 delle 10 principali tratte. Al primo posto ci sono i 118 mila lavoratori che ogni giorno si muovono da Monza e Brianza per lavorare a Milano. Al secondo posto 59 mila lavoratori residenti a Varese che vanno abitualmente a lavorare in un comune della provincia di Milano mentre al terzo posto troviamo 48 mila residenti a Bergamo che raggiungono abitualmente il capoluogo lombardo per motivi di lavoro.

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