Mercoledì 24 Aprile 2024

Istat: Pil +0,1% nel terzo trimestre. A settembre sale disoccupazione

Continua il periodo di stagnazione. Mercato del lavoro, Italia meglio solamente di Grecia e Spagna nell'Ue. Calano gli occupati. Aumentano i dipendenti a termine, giù i contratti a tempo indeterminato

Disoccupazione (Ansa)

Disoccupazione (Ansa)

Roma, 31 ottobre 2019 - Ancora un debole segno 'più' davanti al Pil italiano che nel terzo trimestre del 2019 ha fatto registrare un incremento dello 0,1% rispetto al secondo trimestre. Su base annua l'aumento è dello 0,3% mentre la crescita acquisita per l'anno in corso dello 0,2%. I dati Istat - contenuti nella stima preliminare sul prodotto interno lordo (espresso in valori concatenati e corretto per il calendario e la stagionalità) - confermano quindi la persistenza di un quadro di sostanziale stagnazione dell'economia italiana dall'inizio del 2018. E' la quarta volta consecutiva che il Pil sale di un decimo di punto in una prospettiva congiunturale. A livello tendenziale, invece, il rialzo dello 0,3%, è il più alto dal terzo trimestre del 2018.

La variazione congiunturale - spiega l'Istituto di Statistica - è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca e di lievi aumenti sia in quello dell'industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, si rileva un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

Inflazione debole

Per quanto riguarda l'inflazione, il tasso della crescita annua dei prezzi ad ottobre resta pari allo 0,3%, lo stesso livello di settembre, che è il più basso da novembre del 2016. Due le tendenze, evidenziate, dall'Istat. Da una parte la flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (luce e gas); d'all'altra i rincari sul fronte dei servizi per i trasporti (soprattutto aerei). Per l'Istat nel complesso ottobre conferma "il quadro debole dell'inflazione in Italia". 

I dati Istat sul lavoro 

Sale la disoccupazione, anche quella giovanile, calano gli occupati. I dati Istat relativi al mese di settembre 2019 fotografano una situazione poco incoraggiante per il mercato del lavoro

 A settembre il tasso di disoccupazione è tornato a crescere, attestandosi al 9,9%, dal 9,6% di agosto (+0,3 punti). Una percentuale inferiore solo a Grecia (16,9% a luglio 2019) e Spagna (14,2%), segnala Eurostat. L'incremento è più corposo tra i giovani (15-24anni), dove il tasso stimato sale di 1,1 punti percentuali, portandosi al 28,7%. Anche in questo caso l'Italia è fanalino di coda nell'Unione Europea, davanti solo a Grecia  (33,2%) e Spagna (32,8%). 

Si contano in Italia 73 mila disoccupati in più rispetto al mese precedente, di questi 26 mila sono giovani under 25. Nella fascia centrale, tra i 35 e i 49 anni di età, l'aumento è di di 52 mila. Si rileva invece una stabilità tra gli over 50. L'unico calo ha interessato i 25-34enni (-6mila). In tutto i disoccupati sono 2 milioni 554 mila. 

Contemporaneamente la stima degli occupati risulta in leggera flessione: è scesa dello 0,1%, pari a 32 mila unità in meno rispetto ad agosto. Il tasso resta stabile al 59,1%. Nel dettaglio aumentano i dipendenti a termine (+30 mila) mentre diminuiscono i dipendenti a tempo indeterminato (-18 mila) sia, soprattutto, gli 'autonomi' (-44 mila). Cala il numero degli inattivi: su base mensile le persone in cerca di lavoro sono in aumento (+3,0%, pari a +73 mila).

Altrettanto critici sono i dati sul semestre. Dopo la crescita dell'occupazione registrata nei primi sei mesi dell'anno e il picco raggiunto a giugno, a partire da luglio i livelli occupazionali risultano in lieve ma costante calo, con la perdita di 60 mila occupati tra luglio e settembre. 

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