Lavazza si prende MaxiCoffee: offerta d'acquisto per il 100% dell'azienda francese

Una mossa per consolidare il posizionamento del gruppo in Francia e rafforzare la presenza nell'e-commerce

Il Coffee Caviar, una specialità Lavazza

Il Coffee Caviar, una specialità Lavazza

Roma, 28 novembre 2022 - Lavazza butta l’amo oltre le Alpi e presenta un’offerta per l’acquisizione del 100% della società francese MaxiCoffee. Così il gruppo torinese - previa approvazione della Direzione generale per la concorrenza - mette a segno un colpo importante, lasciando a Christophe Brancato (fondatore di MaxiCoffee) la carica di presidente. 

Il mondo MaxiCoffee

Il Gruppo Maxicoffee si rivolge sia a clienti privati che ad attività commerciali con la sua piattaforma e-commerce e una rete di 60 punti commerciali in tutta Francia. La società offre 8000 prodotti tra più di 350 marchi differenti di caffè e un'ampia gamma di macchine espresso, caffettiere, macinacaffè e accessori.

Il capitale di MaxiCoffee è oggi detenuto dal fondatore Christophe Brancato, da 21 Invest e da altri azionisti di minoranza. A seguito dell'acquisizione, il gruppo Lavazza diventerà azionista di maggioranza e Brancato reinvestirà nel capitale di MaxiCoffee, con una quota di partecipazione minoritaria, mantenendo la carica di presidente.

L’acquisizione sarà ufficiale dopo la procedura di informazione e consultazione del Comitato economico e sociale delle società del gruppo MaxiCoffee e l'approvazione della Direzione generale per la concorrenza, i consumatori e il controllo delle frodi.

"Mossa strategica per l’e-commerce"

"L'acquisizione di MaxiCoffee ci consentirà di consolidare il nostro posizionamento in Francia e rafforzare la nostra presenza nell'e-commerce». Per Antonio Baravalle, ceo di Lavazza, questo sodalizio avviene con una «realtà solida e leader nel proprio mercato di riferimento, che condivide con Lavazza gli stessi valori: qualità del prodotto, una vision di lungo termine e forte attenzione verso i propri dipendenti e stakeholder».

MaxiCoffee, spiega Baravalle, manterrà il suo profilo di piattaforma e-commerce multibrand e resterà indipendente: «Il nostro ingresso non andrà a modificare in alcun modo il suo modello di business di successo». Per Christophe Brancato, presidente di MaxiCoffee, «entrare a far parte del Gruppo Lavazza rappresenta un atto di riconoscimento. L'operazione consentirà di continuare a soddisfare e rafforzare i rapporti già consolidati con i nostri clienti, consumatori e fornitori».

L’Italia che compra in Francia

Non è la prima volta che Lavazza si muove a passo deciso in terra francese. Qualche anno fa, nel 2016, fece molta notizia l’acquisizione di Carte Noire da parte del Gruppo torinese. Un’operazione da 700 milioni di euro, 400 dei quali finanziati da un pool di quattro banche. 

In quello stesso anno il Belpaese mise a segno un’altra acquisizione importante: quella di Campari e Grand Marnier. La Spa milanese strinse un accordo da 684 milioni di euro con l’azienda produttrice del noto liquore a base di cognac, che entrò così a far parte della serie di prodotti a marchio Campari.

Parlando di prodotti iconici, come dimenticare Roger Vivier: lo stesso marchio ‘padre’ dello stiletto, nel 2015 venne comprato da Tod’s. Roger Vivier di fatto era già di proprietà dei fratelli Della Valle, controllata a vista tramite la loro società Gousson. Con questa operazione da 415 milioni però, Tod’s ottenne piena governabilità sul marchio.