L’ad Bastianini archivia Unicredit "Mps sta bene, i conti lo diranno"

La Borsa riassorbe la delusione per lo stop della trattativa. Il sindacato Fabi: ancora spazio per l’accordo

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di Pino Di Blasio

L’unico a credere che la trattativa naufragata tra Ministero dell’Economia e UniCredit possa tornare a galla è il segretario nazionale della Fabi, Lando Maria Sileoni. "Non credo che la situazione sia definitivamente chiusa - ha detto il leader del sindacato più forte tra i bancari, intervistato in tv - credo che si cerchi di prendere tempo: le parti dovranno incontrarsi perché secondo me, che conosco bene la vicenda, dovrebbero in qualche modo venirsi incontro e ci sono le condizioni per poter arrivare in qualche modo a un accordo".

Ma sia all’Unitower che in via XX Settembre, per tacere di Rocca Salimbeni, danno per sepolti i negoziati. Tanto che ieri l’ad di Banca Mps, Guido Bastianini, in una conference call con i 21mila dipendenti del Monte, ha voluto ringraziare chi si è prodigato per la due diligence e ha rimandato all’appuntamento con i conti del terzo trimestre, il 5 novembre, tutte le risposte alle domande sul futuro.

"In tre mesi abbiamo collaborato attivamente con i colleghi di UniCredit per la due diligence sulla nostra banca - ha detto Bastianini - e abbiamo dimostrato i punti di forza per dare corpo a un’Ipotesi di lavoro che presentava aspetti di grande rilievo per la nostra banca e probabilmente per il sistema bancario italiano. In queste settimane - ha continuato l’ad di Mps - non vi siete lasciati distrarre da rumors e da articoli di stampa non sempre benevoli, avete continuato a fare il vostro lavoro e quello che la nostra banca sa fare bene. Raggiugendo risultati apprezzabili che verranno comunicati il 5 novembre, assieme alle risposte in linea con le vostre aspettative". Un messaggio di 2 minuti per risvegliare il senso di appartenenza e l’orgoglio montepaschino in vista delle prossime scadenze.

Ogni giorno porta qualche novità sul caso Monte dei Paschi. La più eclatante è la convocazione dei due amministratori delegati, Andrea Orcel di UniCredit e appunto Bastianini di Mps, davanti alla commissione bicamerale sul sistema bancario, presieduta dalla pentastellata Carla Ruocco. I due ad saranno ascoltati l’8 novembre a partire dalle 17,30 a mercati chiusi. E la commissione ha intenzione di audire anche il ministro dell’Economia Daniele Franco, non più tardi del 20 novembre.

Nel diluvio di reazioni dopo il fallimento dei negoziati, ieri spiccano i commenti di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e Maurizio Gasparri, di Forza italia. "Pesantissime le responsabilità del Pd, della sinistra e del Governo Draghi sul dossier Mps. Da tempo FdI denuncia i costi insostenibili del salvataggio per i contribuenti - ha detto la Meloni - e la necessità di rinegoziare più tempo con l’Europa per arrivare ad una soluzione sostenibile. Purtroppo, non ci hanno ascoltato e il fallimento annunciato del negoziato Mef-Unicredit rischia di far saltare la banca più antica del mondo, con lo spettro di migliaia di licenziamenti". Sulla necessità della proroga insistono anche i coordinamenti sindacali di Banca Mps, che richiedono un incontro al Governo.

Come replica la Ue? Bruxelles attende al Governo la definizione delle ’misure compensative’ per avere più tempo prima di vendere il 64% del Monte dei Paschi. Tra le correzioni possibili, un aumento degli esuberi previsti nel piano, altri sportelli da chiudere e perfino un cambio di governance sulla Rocca. Intanto il mercato va sulla scia della proroga. E i bond subordinati Mps che avevano pagato dazio il lunedì dopo la rottura, ieri hanno recuperato terreno. Stessa cosa per le quotazioni in Borsa: il titolo Mps ha chiuso con + 1,48%, UniCredit + 1,47%. A ulteriore riprova che non bisogna mai dar retta alle reazioni della prima ora. Ma lasciar decantare la sabbia sollevata dalla tempesta per vedere l’orizzonte.

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