Mercoledì 24 Aprile 2024

La Ue cambia il patto di stabilità Stangata da 15 miliardi all’anno

Rientro graduale nei parametri entro il 2027, sanzioni a chi sgarra. Ultimo duello sul Mes, il diktat: approvatelo

La Ue cambia il patto di stabilità  Stangata da 15 miliardi all’anno

La Ue cambia il patto di stabilità Stangata da 15 miliardi all’anno

di Antonio Troise

Poteva andare peggio. Ma anche così, la riforma del patto di stabilità proposta ieri dalla Commissione Europea, potrebbe costare caro all’Italia, una manovra correttiva di almeno 15 miliardi all’anno, per evitare sanzioni o altri guai. C’è ancora tempo per qualche ritocco: il via libera dell’Ecofin è previsto solo a giugno e l’iter dell’approvazione potrebbe estendersi per altri 8 mesi. Ma un fatto è certo: la stagione della spesa facile per contrastare la grande epidemia del Covid è ormai alle spalle. Non si tratta di un ritorno al passato, all’epoca del rigore a tutti i costi.

E non è passata neanche la linea del "falchi" tedeschi, che avrebbe voluto un impegno ancora più rigido per ridurre il debito nei Paesi dove ha raggiunto livelli record, a cominciare dall’Italia. Tanto che ieri, Berlino, non ha nascosto il suo disappunto per l’ultima formulazione della riforma. Il rientro nei parametri dei conti pubblici, insomma, sarà graduale. In compenso, per chi sgarra, le multe saranno semi-automatiche e anche più sostanziose, fino allo 0,05 del Pil. La Commissione Ue valuterà le situazioni caso per caso, con l’obiettivo di favorire le riforme e gli investimenti.

Gli Stati membri che sforano i tetti del 3% del rapporto deficitPil eo del 60% nel rapporto tra debito pubblico e Pil dovranno rispettare delle traiettorie specifiche di bilancio a medio termine che assicurino un rientro del deficit sotto il 3% e che pongano il debito su un percorso discendente in modo stabile. I piani saranno su un periodo di quattro anni, estendibili a sette in cambio di investimenti e riforme in linea con le priorità Ue. E’ previsto, però, un agigustamento minimo di mezzo punto di Pil all’anno. Per l’Italia, però, potrebbe essere necessario portare il taglio del deficit fino allo 0,85% nei prossimi quattro anni. Se invece riuscissimo a spalmare l’operazione-rientro in sette anni, il taglio sarebbe in media dello 0,5% annuo per i primi quattro e dello 0,25% per gli ultimi tre. Tradotto in soldoni, uno sforzo da 8,5 miliardi all’anno che si ridurrebbero a 2-3 alla fine dei sette anni. Ma attenti: per ottenere la dilazione bisognerà dimostrare di fare sul serio sul fronte delle riforme (che dovranno esssere in linea con le indicazioni europee) e degli investimenti. Per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti la proposta della Commissione è "certamente un passo avanti, ma noi - sottolinea - avevamo chiesto con forza l’esclusione delle spese d’investimento, ivi incluse quelle tipiche del Pnrr digitale e Green Deal, dal calcolo delle spese obiettivo su cui si misura il rispetto dei parametri. Prendiamo atto che così non è". Più cauto il commissario Ue per gli Affari Economici, Paolo Gentiloni, che non si sbilancia sulla situazione italiana: "Non posso certo tirar fuori un numero a caso...

Resta il fatto che la trattativa sul patto di stabilità si incrocia con il duello fra Roma e Bruxelles sul Mes. Al prossimo Eurogruppo in programma a Stoccolma la Commissione vuole chiedere al governo italiano una parola definitiva sulla ratifica. Ad oggi, siamo l’unico dei 27 Paesi dell’Unione a non avere ratificato il trattato. Sul tavolo europeo, infine, c’è la questione della terza rata dei fondi del Pnrr, che l’Europa non ha ancora saldato, in attesa dei chiarimenti promessi dall’esecutivo guidato dalla Meloni.

La Commissione europea, ha spiegato ieri il ministro per la Coesione, Raffaele Fitto, "ha bocciato il restauro dello stadio di Firenze e la costruzione di uno stadio e di un palazzetto dello sport a Venezia, entrambi previsti dai Piani urbanistici integrati dei due capoluoghi. "Nelle prossime ore ci aspettiamo un superamento delle criticità" legate ai progetti da ultimare entro il 31 dicembre 2022 "e ci auguriamo uno sblocco della terza rata" dei finanziamenti del Pnrr, pari a 19 miliardi, ha detto Fitto.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro