Giovedì 25 Aprile 2024

La rivoluzione in concessionaria «Da venditori a fornitori di servizi Ora siamo consulenti della mobilità»

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LA STORIA della famiglia Brandini, alla guida da oltre un secolo dell’omonima concessionaria, ripercorre e fa rivivere la storia dell’auto in Italia. Dalla prima arrivata nel 1893 dalla Francia, una Peugeot Tipo 3, consegnata all’industriale vicentino Gaetano Rossi (Industrie Lanerossi), alla seconda – una Panhard & Levassor – commissionata proprio da Firenze da parte del marchese Carlo Ginori, il re della ceramica, titolare della storica Manifattura di Doccia. Cinquemila franchi il prezzo, cifra astronomica per quel tempo. Le auto erano ancora poco più che carrozze con le ruote in legno. Era la fine dell’Ottocento, cominciava a prendere campo il motore a scoppio e con questo lo sviluppo del mercato. Firenze era una città fertile per l’auto. Nel 1900 era nato l’Automobil Club Firenze, con 34 soci, che divennero 600 già nel 1920. Cesare Brandini aveva 23 anni, era fresco di laurea in giurisprudenza, fu una intuizione vincente la sua quando aprì – nel 1917 – la prima concessionaria. La Fiat produceva già quasi 20mila veicoli. A Firenze – come racconta il libro che celebra i cento anni della Brandini – circolavano 675 autovetture. Il lancio della Balilla e della Fiat 500, negli anni successivi, allargò la platea dei clienti. I primi contatti di Brandini furono con tre marchi di prestigio: Diatto, Amilcar e Bugatti.

POI, NEL 1927, la svolta. Brandini si lega a un solo marchio, la Fiat. Un legame, quello con la famiglia Agnelli, che durerà nel tempo. Negli anni Quaranta entrò in società anche il figlio di Cesare, Giovanni. Con lui al timone l’azienda visse il periodo d’oro dell’auto, accompagnato al boom economico del dopoguerra. Alla sede di piazza della Libertà si affiancò quella di via della Fonderia. Alla vendita del nuovo quella dell’usato, una formula inedita. Gli anni Settanta videro l’ingresso della terza generazione in azienda, con Roberto, Maurizio e Cesare. Il filo diretto con la Fiat era l’asse portante dell’attività. I contatti avvenivano con Vittorio Valletta, in seguito con Cesare Romiti, ma capitava che anche l’Avvocato Gianni Agnelli intervenisse alla presentazione di modelli. Agli anni d’oro seguì poi la crisi, forte, dal 2009. A Firenze i sette concessionari Fiat scesero a due. Brandini invece, proprio in questi anni cresce, acquista la sede di Montecatini, assume. Aumenta la gamma dei veicoli offerti, i marchi divengono 13. Viene rivoluzionato l’approccio al cliente, le ultime generazioni – con al timone i fratelli Niccolò e Giovanni, figli di Maurizio – danno un’ulteriore accelerata. Brandini imbocca la strada per divenire una sorta di multinazionale, naturalmente però sempre a impronta familiare.

Stefano Vetusti

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