Giovedì 18 Aprile 2024

La ripresa slitta a metà anno Crescita 2021 ferma al 3,5%

La ripresa slitta a metà anno, con la nuova caduta del Pil di fine 2020 che si trascina sull’avvio del nuovo anno e ferma al 3,5% la crescita attesa per il 2021. E lo scenario presenta "rischi ancora elevati", dall’evoluzione della pandemia all’indebitamento delle imprese. La fotografia di Bankitalia sull’economia italiana ritrae un Paese sospeso, a metà del guado fra lo shock pandemico e l’uscita dalla peggior recessione del dopoguerra. Con un netto stacco fra l’economia reale, in particolare servizi come il turismo o i servizi ricreativi, e il settore finanziario, che regge bene l’impatto grazie a misure senza precedenti. Sullo sfondo c’è la situazione sanitaria: in chiara, positiva evoluzione grazie ai vaccini, tanto che accanto ai rischi potrebbero anche esserci sorprese positive "nell’ipotesi di un più rapido progresso nel controllo dei contagi".

Ma il Bollettino economico di Via Nazionale non nasconde che la nuova caduta del Pil nel quarto trimestre causata dalla seconda ondata del Covid-19, "valutabile nell’ordine del -3,5%", si trascinerà sui primi mesi dell’anno in corso. Facendo slittare una ripresa robusta all’estate. La stima di crescita 2021 scende così a +3,5%, oltre un punto in meno rispetto alle previsioni di luglio prima di accelerare a +3,8% nel 2022 e a +2,3 nel 2023. Scenario che "presuppone che si manifestino appieno gli effetti espansivi" del Recovery fund, e "che le misure di sostegno evitino che il maggiore indebitamento delle imprese abbia ripercussioni negative sulla stabilità finanziaria"; infine "che non tornino a peggiorare i timori sull’evoluzione dell’epidemia". La terza ondata, insomma, se si verificasse scombussolerebbe nuovamente le previsioni. Anche la Bce, d’altronde, aggancia le sue stime di dicembre all’ipotesi che i lockdown si fermino entro il mese di marzo. Tante le incognite: pur con la disoccupazione congelata da forme simili alla cassa integrazione in parte d’Europa, "in novembre il recupero del numero di nuove posizioni lavorative si è sostanzialmente interrotto", specie per i giovani e le donne.

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