Caro bollette luce e gas fa chiudere l'Italia. Panifici, piscine e hotel

La stangata energetica triplica le spese per i piccoli imprenditori. Il grido delle aziende: "Non ci aiuta nessuno"

Una protesta dei ristoratori

Una protesta dei ristoratori

Dopo la pandemia da Covid è arrivata quella da maxi bollette di luce e gas. Aumenti che mettono in ginocchio le piccole imprese. Dai negozi alle piscine, dalle aziende agricole e manifatturiere fino ad alberghi e ristoranti, aumentano i cartelli "chiuso" per colpa dei rincari dell’energia. "Il colpo di grazia alle pmi: occhio che, se non vengono salvate, non si salva neppure il Paese", avverte Aldo Maria Cursano. Presidente di Confcommercio Toscana e storico imprenditore della ristorazione, di fronte a bollette aumentate da 3mila a 6-8mila euro al mese per un piccolo locale e da 4mila a 12mila per quelli più grandi, e alla crisi dei coperti, ha deciso a gennaio di chiudere il ristorante giapponese Kome, nel centro storico di Firenze, aprire solo a pranzo e nei weekend l’altro locale più in periferia (Ohsushi) e far terminare alle 18 il servizio del Caffè Le Rose. Una scelta – ridurre l’attività – a cui stanno pensando nelle città d’arte, secondo Cursano, due locali su tre, impossibilitati, con i ritocchi dei prezzi, a compensare i maggiori costi.

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Una situazione che non riguarda solo i ristoranti ma anche gli alberghi, molti già chiusi dal Covid e ora a rischio-energia. Con l’Hotel Sorriso di Jesolo, per esempio, che di fronte a una bolletta di 17mila euro ha deciso di posticipare la riapertura a marzo. Dei rincari fanno le spese anche i negozi a partire dai panificatori che, per far funzionare i forni, prima spendevano tra 1.200 e 2mila euro al mese ma adesso devono sborsarne oltre il doppio. "Per ora si resiste – avverte Davide Trombini, famoso per il pampapato Orsatti di Ferrara, nonché alla guida di Assopanificatori–Confesercenti – ma nessuno può dire che cosa succederà alla categoria nei prossimi mesi se continuano i rincari delle bollette e del grano".

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Ancora peggio se la passano i gestori delle piscine che, domenica scorsa, hanno organizzato una serrata di protesta in tutta Italia. Già allo stremo per le chiusure da Covid, si sono visti arrivare bollette da brivido dagli oltre 64mila euro della piscina Gambi di Ravenna ai più di 107mila dello Sport Village di Pesaro. Se il caro energia ha già fatto vittime illustri con il fallimento della lombarda Gestisport, c’è chi ancora non molla come la bergamasca Patrizia Belotti, 50 anni nel settore e titolare dell’Olimpia Sporting Club di Calcinate. "Sto aspettando con ansia la bolletta – spiega – ma temo che quella del gas aumenti da 8mila a 16mila euro mentre la pandemia e la crisi hanno fortemente ridotto gli ingressi e non ci aiuta nessuno".

E se il governo è sordo al grido delle piccole imprese, da un’autofficina storica come la Turolla di Sesto San Giovanni che, ricorda il titolare Fabrizio Turolla, s’è vista triplicare la bolletta da 180 a 600 euro a un’azienda energivora come la anconese Thilio Plast che per produrre stampaggi per materie plastiche, sottolinea Fabiola Burini, ha pagato l’anno scorso una bolletta da 100mila euro, si cerca di sopravvivere a un prezzo dell’energia, ricorda Confartigianato, superiore del 33,5% rispetto alla media Ue.

Se la famosa vetreria toscana Ivv di San Giovanni fermerà la produzione per 3 mesi e mezzo, Silvia Girotto, florovivaista padovana, ha tenuto al freddo per il caro-gasolio le sue 30 serre non coltivando più i tulipani che avrebbe dovuto vendere a 2-2,5 euro al posto di 1-1,5 ("Un prezzo troppo alto per un fiore") mentre i benzinai, annuncia il vice presidente Figisc Paolo Castellana, chiuderanno gli impianti di notte dalle 20 circa alle 6 del mattino perché costa troppo tenerli "accesi".

Un artigiano su cinque di Milano e della Brianza, secondo un sondaggio dell’Unione Artigiani rinuncerà al riscaldamento, il 15% licenzierà il personale e un’impresa su dieci chiuderà bottega o ridurrà la produzione. E non manca chi ha già eliminato l’illuminazione di vetrine e insegne. Mentre, chiosa Cursano, "abbiamo calcolato che usare le candele costerebbe di più della luce…".