ANTONIO TROISE
Economia

La nuova Tim entro luglio 2024. S&P valuta doppio rialzo del rating

L’agenzia vede outlook positivo e possibile upgrade. L’ad Labriola: "Nessun ostacolo sulla vendita della rete"

La nuova Tim entro luglio 2024. S&P valuta doppio rialzo del rating
La nuova Tim entro luglio 2024. S&P valuta doppio rialzo del rating

Tim va avanti per la sua strada. Nessun ripensamento sulla vendita della rete al fondo americano Kkr. Anzi. I vertici del colosso delle telecomunicazioni non sono neanche preoccupati dalla possibile guerra in tribunale annunciata dal socio francese Vivendi. Così, in una call con gli analisti finanziari, l’amministratore delegato del gruppo, Pietro Labriola e il general counsel, Agostino Nuzzolo, annunciano anche il cronoprogramma dell’operazione che fra cash e riduzione del debito, dovrebbe attestarsi sui 22 miliardi di euro. Il closing è previsto tra fine maggio e fine luglio del 2024. In ogni caso, entro l’estate ci sarà il nuovo assetto di Tim.

"Naturalmente, agli azionisti – spiega Labriola, riferendosi senza nominarla a Vivendi – che ritengono che il Consiglio non avesse i poteri per compiere l’operazione, spiegheremo perché si sbagliano e, qualora necessario siamo pronti a farlo in Tribunale, dove siamo certi che le conclusioni del nostro Consiglio saranno confermate. Ecco perché non prevediamo il rischio che la transazione venga ritardata o bloccata".

L’unico semaforo rosso potrebbe essere azionato solo da Antitrust e governo italiano, che può esercitare il golden power. Ma, nel primo caso, l’istruttoria è ancora alle fase iniziali. Mentre, nel secondo, la partecipazione del Mef con una quota del 20% di Netco rende oggettivamente lontana l’ipotesi di uno stop all’operazione. Anche Nuzzolo si mostra ottimista: "Non prevediamo ritardi o problemi, a meno che non riceviamo un’ingiunzione dal tribunale di Milano che dica, a livello cautelare, e quindi non come decisione sul merito, che dobbiamo fermarci perché c’è stato un processo autorizzativo incorretto. Al momento non abbiamo ricevuto nessuna notifica". Del resto, la vendita della rete potrebbe avere anche un effetto sul rating dell’azienda. Standard&Poor’s, infatti, vede un outlook positivo e sta valutando un upgrade di due scalini.

Labriola entra anche nei dettagli squisitamente giuridici dell’operazione: "Non sono un avvocato ma secondo la legge italiana il conferimento di un’azienda in funzionamento e la vendita delle azioni della società risultante è una tipica decisione del consiglio di amministrazione. Non esiste alcuna norma di legge che affermi il contrario". Senza dimenticare, poi, che "questa transazione non rappresenta altro che la rigorosa esecuzione del piano di delayering approvato nel 2022" che era stato approvato all’unanimità". Infine, il ceo di Tim sottolinea anche il significativo miglioramento dell’offerta di Kkr durante il processo competitivo: "NetCo Base EV è aumentata di 3 miliardi, nonostante il peggioramento delle condizioni macro". Inoltre l’abbattimento del debito è sopra le attese: infatti "su base omogenea, l’accordo NetCo consente un deleverage che prevediamo sarà migliore rispetto al target" e pari a 14,2 miliardi. Cifra che "non include Sparkle, pertanto il deleverage aumenterebbe nel caso in cui si chiudesse la sua cessione".

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