Bocce ferme ieri per i tassi americani e probabilmente anche oggi per quelli europei. La Fed ha deciso di mantenere il costo del denaro in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi da 22 anni, come previsto, ma l’attenzione del mercato è già tutta rivolta alle indicazioni per il 2024. La domanda che tutti si pongono è quando la Fed inizierà a tagliare i tassi e a quale ritmo, ma alla luce dei dati sull’inflazione Usa di novembre ieri è emerso ancora un tono aggressivo dalle parole del governatore Jarome Powell: "Sarebbe prematuro" cantare vittoria, spiega ribadendo che la banca centrale è pronta a intervenire "se emergeranno rischi". La Fed "si muove con cautela" verso "l’obiettivo di un’inflazione al 2%", afferma Powell.
Gli ultimi dati sui prezzi al consumo statunitensi hanno mostrato un lieve aumento mensile, più delle attese, mentre il raffreddamento annuale al 3,1% non ha pienamente convinto su una svolta verso il target del 2%. La Fed ha segnalato infatti tre tagli dei tassi di interesse per totali 75 punti base nel 2024, con un abbassamento dei tassi al 4,6%, meno del previsto. È quanto emerge dalle dot-plot, le tabelle allegate al comunicato della decisione di politica monetaria.
La banca centrale Usa non ha visto quel raffreddamento dell’attività economica e del mercato del lavoro che le darebbe la certezza che il surriscaldamento è cosa passata. I salari per esempio crescono ormai più rapidamente dei prezzi. I lavoratori americani, come tutti i percettori di uno stipendio fisso, hanno molto sofferto durante la fase di alta inflazione, ma da maggio i salari sembrano recuperare potere d’acquisto. I buoni dati sul Pil non sembrano dare molte preoccupazioni sul fronte della produttività, che accelera, ma la velocità delle retribuzioni va valutata con grande attenzione.
"La portata di questi effetti rimane incerta", ha ammesso ieri la Fed. E ha aggiunto: "Il Comitato rimane molto attento ai rischi di inflazione" e conferma la volontà di tornare con ogni strumento al target del 2%. La Federal Reserve ha rivisto al rialzo la previsione di crescita economica degli Stati Uniti di quest’anno al 2,6%, mentre ha limato all’1,4% quella sul 2024 e ha confermato all’1,8% la stima di crescita sul 2025. Contestualmente, l’istituzione ha rivisto al ribasso la previsione di inflazione media di quest’anno al 2,8%, ha limato la stima sul 2024 al 2,4% e quella sul 2025 al 2,1%.
Elena Comelli