LA CONCORRENZA TUTELA I PRODUTTORI

NUOVE regole, approvate in plenaria al Parlamento europeo, per proteggere gli agricoltori contro le pratiche commerciali sleali. Il riferimento, neanche troppo velato, è nei confronti delle catene della Gdo che sono in forte competizione fra loro nel mondo e mettono a rischio la sopravvivenza economica della produzione agricola ed alimentare, polverizzata rispetto alla progressiva concentrazione del sistema distributivo ed alla sua capacità contrattuale. I produttori saranno tutelati attraverso un elenco di 16 pratiche commerciali che vengono giudicate scorrette.

UNA LISTA minima che ogni Stato membro dovrà proibire, lasciando poi alle autorità nazionali la possibilità di integrarle a seconda delle proprie specificità e necessità.

La direttiva, che sostituisce la moltitudine di norme presenti nei vari paesi con una normativa comune, chiarisce e semplifica il processo di definizione di una pratica commerciale sleale. Essa offre a consumatori e commercianti un punto di riferimento comunitario unico, garantendo loro i propri diritti e mettendo in chiaro quali pratiche commerciali sono consentite e non consentite.

UN OTTIMO risultato, almeno potenziale, contro lo squilibrio di forze tra settori a monte e valle del sistema agro-alimentare europeo. Ora gli Stati membri dovranno designare le autorità incaricate di applicare le nuove norme, che potranno anche imporre multe e sanzioni e avviare verifiche ispettive in seguito a denunce.

Ovviamente la direttiva prevede il rispetto della riservatezza per chi ha sporto denuncia per essere al riparo da possibili ritorsioni.

Il carattere innovativo della direttiva oltre all’armonizzazione a livello europeo e la conseguente possibilità per i produttori di essere protetti anche quando esportano in qualsiasi Paese dell’Unione, sta proprio nell’aver individuato pratiche commerciali che alterano il sistema concorrenziale e che pertanto devono essere individuate e punite. Il lavoro più importante comincia ora, tuttavia, se non si vuole rimanere ai proclami.

Ogni Stato membro e l’Italia in particolare dovrà adottare urgentemente la direttiva e attivare l’autorità nazionale di riferimento a cui i produttori e le loro organizzazioni potranno denunciare in forma anonima la pratica sleale. Speriamo.

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