Mercoledì 24 Aprile 2024

La Cina dice no alle criptovalute Nuovo crollo record dei Bitcoin

La Banca centrale di Pechino: "Non sono una vera moneta". Tonfo sotto i 40mila dollari. ai minimi da febbraio scorso

I Bitcoin cadono vertiginosamente. La criptovaluta più famosa del mondo ieri ha perso fino al 28% del suo valore, sfiorando il ’fondo’ dei 30mila dollari, bruciando 500 miliardi di capitalizzazione e toccando i minimi da inizio febbraio. Se si analizzano gli ultimi tre mesi, il crollo supera il 40%. Male anche le altre criptovvalute, a partire da Ethereum, la seconda ‘forza’ del settore per capitalizzazione, che ha ceduto un terzo del suo valore. Giù a capofitto anche Dogecoin (-43%) e Coinbase, che ha aperto a Wall Street perdendo il 12%.

Il motivo del crollo va ricercato prima di tutto nelle parole di Elon Musk, il patron di Tesla, che giorni fa ha cambiato idea sulla possibilità di accettare la moneta digitale per l’acquisto delle sue vetture elettriche. Perché lo ha fatto? La produzione di Bitcoin e simili è tutt’altro che green: ha bisogno di grandi quantità di energia elettrica per alimentare i computer che fanno i calcoli e ’generano’ i token.

È stato un dietrofront che ha spiazzato gli investitori, ma la mazzata finale è arrivata da tre associazioni finanziarie cinesi: La Federazione nazionale cinese del finanziamento su internet, la Federazione bancaria cinese e la Federazione dei pagamenti e di compensazione. "Le criptovalute non sono vera moneta", è il ragionamento delle tre agenzie. La Banca centrale cinese inoltre avrebbe vietato l’emissione di strumenti finanziari legati alle criptovalute. Il Bitcoin è sceso immediatamente del 7%, per poi raggiungere i minimi degli ultimi tre mesi. Del resto, la Cina è stata a lungo un Paese favorevole alle criptovalute, ma poi ha cambiato opinione.

A ricordare i punti deboli dei Bitcoin e delle criptovalute è stato poi Luis De Guindos, vicepresidente della Bce, che ha ribadito come queste "non possano essere considerate monete, ma un asset con fondamentali molto deboli, sempre che ci sia alcun fondamentale. Chiunque vi investa, assume grandi rischi", ha sottolineato De Guindos.

red.eco.

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