Mercoledì 24 Aprile 2024

La benzina riaccende il caro prezzi

L’aumento della domanda e i tagli alla produzione spingono i prezzi: per i consumatori 273 euro in più all’anno

di Achille Perego

L’Italia riapre grazie ai vaccini e il prezzo della benzina corre ai massimi pre-Covid. Secondo le rilevazioni settimanali del Mise, infatti, la "verde" si è avvicinata a 1,6 euro al litro (1,593 contro 1,588 di sette giorni fa) e il prezzo del gasolio è salito da 1,447 a 1,452. Se nelle ultime 24 ore, segnala Quotidiano Energia, il prezzo medio della benzina è rimasto stabile a 1,592 al litro in modalità self service e a 1,72 per il servito (il gasolio rispettivamente a 1,45 e 1,588) il caro carburanti di maggio ha fatto allarmare i consumatori, non solo per l’aumento del "pieno" ma anche per gli effetti sull’inflazione e quindi sul carrello della spesa. Un litro di benzina, calcola il Codacons, costa oggi il 16,7% in più rispetto a maggio 2020, con un maggiore esborso per un pieno di verde di 11,4 euro. Per il gasolio il rincaro è del 15,7% pari a 9,85 euro a rifornimento.

Se il caro-carburanti costa agli italiani 273 euro in più all’anno, per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi siamo di fronte a un "allarme generale prezzi", una stangata per le famiglie. Di stangata per il pieno (calcolata in 284 euro all’anno per la benzina e 246 per il diesel) parla anche Massimiliano Dona (Unc) mentre le preoccupazioni sugli effetti a catena sui trasporti e quindi sui prezzi al dettaglio, vengono in qualche modo avvalorate da Coldiretti. Che avverte come a subire il caro-carburante è l’intero sistema agroalimentare, dove i costi della logistica arrivano a incidere fino al 30-35% sul totale di quelli per frutta e verdura. E per questo, sottolinea il presidente Ettore Prandini, il Pnrr dovrebbe servire a ridurre la "bolletta logistica" legata a trasporti per l’85% su gomma. Dietro i rincari di benzina (con punte a 1,92 euro al litro in modalità servito, denuncia Federconsumatori) e gasolio c’è l’aumento delle quotazioni del greggio con il Brent tornato a sfiorare i 70 dollari al barile (68,85).

Una risalita dovuta alla maggiore domanda di petrolio collegata alla ripartenza dell’economia dopo la pandemia e al perdurante taglio di 10 milioni di barili al giorno deciso dai Paesi produttori dopo il crollo nell’aprile 2020 dei prezzi. Ma per capire se il caro-greggio proseguirà, spiega Maurizio Mazziero della Mazziero Research, bisogna aspettare le riunioni Opec e Opec Plus del 1° e del 24 giugno dove è attesa una riduzione del taglio di produzione. A maggio 2020, in piena pandemia, secondo i dati dell’Unem (l’ex Unione Petrolifera) il Brent quotava 27 dollari al barile, la benzina raffinata 18 cent al litro e alla pompa 1,36 euro. Ma a maggio 2019, con il Brent a 65 dollari, la verde era a 1,62 euro al litro e la raffinata a 45 cent contro i 41 di questo mese. Più quindi di oggi.

Tanto che, sempre l’Unem – che oggi darà i dati sui consumi di aprile dopo il +63% per la benzina a marzo - segnala come (dati al 3 maggio) un litro di benzina costava in media 1,579 euro al litro contro 1,515 della media Ue. Ma togliendo la componente fiscale (1,013 euro al litro in Italia contro 91,2 centesimi in Europa), il prezzo industriale risultava nel nostro Paese più basso di 3,7 centesimi.

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