Mercoledì 24 Aprile 2024

L’Europa vieta le pratiche sleali Vittoria della direttiva De Castro «Ora tocca agli Stati vigilare»

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dall’inviato

Giuseppe Catapano

STRASBURGO

PARLA di vittoria, Paolo De Castro. «Per l’Europa e per l’Italia» l’istantanea del primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo. Il riferimento è al voto finale con cui Strasburgo ha approvato – con una maggioranza di quasi il 90% – la direttiva contro le pratiche commerciali sleali nella catena agroalimentare. «Un passaggio che segna un ruolo fondamentale dell’Ue nel riequilibrio dei rapporti di forza» spiega l’europarlamentare Pd, relatore del dossier.

L’obiettivo di fondo è la «tutela di agricoltori e consumatori, superando distorsioni all’interno della filiera con il proposito di rendere più trasparente ed equo il mercato». Il testo – accolto con favore delle associazioni dei produttori – individua un elenco di 16 pratiche sleali che saranno vietate in tutti i paesi membri. Fra queste, i ritardi nei pagamenti per i prodotti deperibili, le modifiche unilaterali e retroattive dei contratti, le cancellazioni degli ordini, il pagamento da parte del fornitore per la gestione dei reclami dei clienti non dovuti alla negligenza del fornitore stesso.

Cosa siano in concreto le pratiche sleali – il cui danno ammonta a 10 miliardi all’anno in Europa – lo spiega lo stesso De Castro con alcuni esempi in un volume dedicato alla direttiva: un produttore di ortaggi vende la merce a una catena di supermercati a maggio e incassa a dicembre; un rivenditore al dettaglio fa uno sconto del 30% e il fornitore, non informato della campagna, riceve il 30% in meno di quanto pattuito. «Comportamenti palesemente scorretti, ma anche piuttosto frequenti».

TERMINATO l’iter europeo (la pubblicazione in Gazzetta ufficiale è prevista ad aprile), i paesi dovranno recepire la direttiva nella legislazione nazionale con la possibilità di ampliarne il raggio d’azione. «Per l’Italia – avverte De Castro – la battaglia risulterebbe vana se i tempi non fossero veloci, estendendo la protezione a tutti i produttori e integrando la lista di pratiche proibite con le vendite sotto costo e le aste a doppio ribasso». Con un auspicio. «Spero che entro fine anno la direttiva sia recepita dalla legge italiana».

Il ministro leghista Gian Marco Centinaio è stato uno dei primi a complimentarsi con De Castro per la «nuova pagina di regole» scritta a Strasburgo. «Con Centinaio – ammette l’europarlamentare – c’è un rapporto di collaborazione nell’interesse nazionale. Dovrebbe essere sempre così, senza differenze sulla base dell’appartenenza politica». Un gioco di squadra che il primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento Ue richiama spesso, anche in riferimento al rapporto «tra i grandi gruppi parlamentari europei, il commissario Phil Hogan e gli Stati membri: l’unità di intenti ha portato a questo traguardo». Che chiude una discussione sul tema durata dieci anni, al culmine però di un percorso tecnico-burocratico relativamente breve. «In appena undici mesi e nonostante la pressione continua contro il nostro operato delle lobby della grande distribuzione, portiamo a casa un risultato che dimostra come l’Europa sappia essere al fianco degli operatori economici più deboli. Proteggiamo il 100% degli agricoltori e il 97% delle aziende agroalimentari dell’Ue, compresi settori strategici come floro-vivaismo e mangimistica».

La direttiva approvata dal Parlamento europeo si rivolge alle aziende con fatturato globale fino a 350 milioni di euro (soglia che tutela il 95% delle imprese italiane del settore). «È uno strumento – osserva l’ex ministro delle Politiche agricole – emblema di una politica che non guarda solo agli aiuti, ma che porta a strumenti legislativi per rafforzare la posizione degli agricoltori». A vigilare saranno le Autorità nazionali di garanzia. Al fornitore viene data la possibilità di scegliere a quale autorità rivolgersi, che sarà responsabile per l’indagine: quella del proprio Stato membro o quella dello Stato membro dell’acquirente.

UN ELEMENTO che De Castro ritiene «fondamentale» è la possibilità di denunciare la pratica sleale in maniera anonima, anche da parte delle associazioni di categoria. «E abbiamo introdotto l’obbligo per l’autorità di contrasto di agire e porre fine alle pratiche sleali, anche sanzionando i responsabili». È l’auspicato «effetto deterrenza» di una direttiva che «interessa e coinvolge tutti». Compresi i consumatori che «chiedono prodotti di qualità».

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