L’emergenza Covid-19 fa bene al gruppo Pir Nuovi progetti di espansione nel Mediterraneo

L’azienda ravennate compie cent’anni e li festeggia con una mostra fotografica e un libro. .

Migration

di Andrea Ropa

Dalla grande guerra all’emergenza Covid-19, passando per il boom economico e le crisi petrolifere degli anni Settanta. Il gruppo Pir (Petrolifera Italo Rumena di Ravenna, leader italiano nel settore dello stoccaggio, movimentazione e distribuzione di prodotti petroliferi e rinfuse liquide) compie cent’anni e li festeggia facendosi tre regali. Anzitutto i numeri record del proprio business: tra i prodotti che vengono importati da Pir, infatti, ci sono quelli per la detersione e la disinfezione in ambito sanitario. L’azienda si è rivelata strategica nell’era Covid-19, con il boom dell’importazione e distribuzione di prodotti come l’alcol etilico: più 100% nei mesi di marzo, aprile e maggio.

Poi una mostra, allestita a Marina di Ravenna, che racconta un secolo di storia dell’azienda attraverso 47 fotografie scattate tra il primo dopoguerra e i giorni nostri. Una narrazione per immagini che illustra al contempo lo sviluppo del porto della città romagnola, dalle prime opportunità industriali legate al settore petrolifero, nel contesto di una economia ancora rurale, alle innovazioni tecnologiche degli anni Duemila. Infine un libro, ‘Il merito dei padri’, edito da Il Mulino, che ripercorre una storia industriale centenaria che lega vicende imprenditoriali e vicende familiari, sullo sfondo delle grandi tragedie del Novecento e dei progressi del terzo millennio.

Nata nel 1920 per lanciare uno scambio commerciale tra il petrolio rumeno e i tessuti italiani, l’azienda è oggi una delle più solide realtà industriali nel settore dello stoccaggio, movimentazione e distribuzione di rinfuse liquide e prodotti solidi sia sfusi che confezionati. Saldamente nelle mani della famiglia Ottolenghi – dal fondatore Cesare a Guido (nella foto in basso), attuale amministratore delegato – Pir rappresenta un pezzo di storia dell’economia romagnola e italiana, ma anche un esempio di capitalismo familiare illuminato, fatto di spirito imprenditoriale, di coraggio e di lungimiranza nell’affrontare fasi difficili e dolorose – il fascismo, la seconda guerra mondiale, la persecuzione degli ebrei (la famiglia Ottolenghi, di religione ebraica, fu costretta a nascondersi tra la fine del 1943 e l’aprile del 1944, a Cotignola, nel Ravennate, protetta dall’intero paese) – senza mai gettare la spugna.

Anzi cogliendo le opportunità delle diversificazioni: dal petrolio al deposito chimico, per arrivare alla logistica integrata e al biodiesel, all’immobiliare, all’internazionalizzazione - con gli insediamenti in Albania e Tunisia - e al gas naturale liquefatto.

Oggi le aziende del gruppo Pir, tutte attive nell’ambito della logistica portuale, operano in varie aree del Mediterraneo. Del gruppo fanno parte i terminal Pir, Petra e Docks Cereali a Ravenna (nella foto in alto), il terminal Superba a Genova, il terminal Pia (la Petroliera Italo Albanese) a Valona, in Albania, e il terminal Sstc (con altri soci) a Zarzis in Tunisia. Tutti insieme movimentano più di 5 milioni di tonnellate di merci l’anno.

Con 840mila metri cubi di capacità per liquidi e 270 dipendenti, il gruppo Pir continua a pianificare nuovi progetti di espansione nella logistica e nella distribuzione in tutta l’area del Mediterraneo, come la costruzione del primo deposito costiero in Italia di gas naturale liquefatto nel porto di Ravenna.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro