Martedì 23 Aprile 2024

L’economia si impara da piccoli «I bambini sanno cosa ha valore Insegniamo spese e risparmio»

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PER RACCONTARE un insolito progetto di educazione finanziaria fin quasi dalla culla, si potrebbe partire dalla casella scritta dallo storico israeliano Yuval Harari: «Il denaro è il più universale e il più efficiente sistema di fiducia reciproca mai ideato». E chi, se non i bambini, vive sulla fiducia reciproca? È forse per questo che Bper banca ha aperto la via che avvicina i più piccoli al risparmio, grazie alla casa editrice Carthusia, da sempre impegnata in libri per ragazzi che affrontano temi non facili con un tocco di leggerezza. Parlare di soldi, risparmio, generosità a chi, domani, gestirà un bilancio, piccolo o grande che sia, si può e si deve: «I bambini hanno tanti desideri e spesso vedono esaudire questi desideri grazie all’acquisto da parte degli adulti – è il presupposto dell’ad di Bper, Alessandro Vandelli –. Spiegare da dove arriva il denaro necessario per realizzare un sogno è un atto di responsabilità sociale».

È arrivato così in libreria Tarabaralla, il tesoro del bruco baronessa, scritto e musicato da Elisabetta Garilli e Valeria Petrone, storia di un bruco che vorrebbe ali d’oro per volare e che troverà il tesoretto per realizzare questo sogno grazie all’aiuto di altri insetti. Età di lettura dai 3 anni, per risparmiatori decisamente in erba.

Patrizia Zerbi, direttrice editoriale di Carthusia, come si parla di denaro ai bambini?

«Cercando innanzitutto di capire i loro vissuti e perché il tema denaro sia un tabù per i genitori. Per fare questo focus, abbiamo creato un gruppo di lavoro con otto ragazzini, fra i 5 e i 10 anni, che sono venuti da noi in Carthusia per partecipare al progetto di cui si sono sentiti un po’ anche autori».

Espressioni quali ‘il colore dei soldi’ o ‘il profumo dei soldi’ hanno un valore per i più piccoli?

«La relazione fisica con il denaro è difficoltosa, forse perché con la moneta elettronica i soldi hanno perso fisicità».

La paghetta, però, è tangibile?

«Sì, ma loro la definiscono mancetta in quanto più legata a situazioni premianti».

Hanno già sviluppato il concetto del risparmio?

«Sì, c’è chi vuole ‘mettere da parte’ i soldi per comprare un camper da grande e chi per le figurine. E tutti hanno un luogo fisico per tenere le banconote per le occasioni importanti».

E il valore da che cosa è dato, secondo loro?

«Tutti possiedono questo concetto, differenziato a seconda delle età. I più piccoli possono dirti che una caramella ha valore perché è buona, i più grandicelli addirittura pensano al materiale di un oggetto, a chi l’ha realizzato, fino a cogliere il concetto di opera d’arte. Hanno anche un’idea del valore immateriale, ad esempio un ragazzino ha parlato dell’intelligenza di un’invenzione».

Bambini centrati, quindi. Questo dimostra che si può educare al denaro anche in giovanissima età. La scuola può avere questo ruolo?

«C’è tanto humus, ma è importante trovare le modalità giuste, con materiali e strumenti in cui i bambini possano ritrovare se stessi e il loro mondo. Noi abbiamo utilizzato la metafora e abbiamo scelto di musicare i vari momenti per sottolineare il pathos di certi passaggi. Un gruppo di autori e illustratori di livello fa certamente la differenza».

Ai genitori mancano questi strumenti?

«Spesso sì, e questo libro, con due pagine dedicate anche agli adulti, crea un ponte in maniera leggera proprio per mettere i genitori in condizione di parlare con i figli».

Nel nome di questa filosofia, il libro è diventato anche uno spettacolo itinerante in cui il volumetto viene distribuito gratuitamente, come nelle filiali Bper. Piccoli risparmiatori crescono.

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