Giovedì 18 Aprile 2024

L’acqua del sindaco? No grazie Gli italiani preferiscono la minerale

Sale la spesa mensile delle famiglie per acquistarla

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Bere tanta acqua. È il consiglio più ricorrente per stare (o rimettersi) in forma. Almeno 1 litro e mezzo - 2 litri al giorno, e ancor di più facendo attività fisica. "Una corretta idratazione – spiega Luca Piretta, nutrizionista della Sapienza di Roma – garantisce l’assunzione di tantissimi sali minerali, quali calcio e sodio. Non bisogna dimenticare che le acque possono essere molto diverse e che, per ognuno di noi, ce n’è un tipo più indicato ed uno meno". Comunque sia, l’acqua preferita da noi italiani è quella in bottiglia. Le temperature aumentano, le calotte polari si sciolgono e tutto il mondo vuole vivere plastic-free, però gli italiani all’acqua minerale in bottiglia non rinunciano. Il nostro Paese resta ai vertici mondiali del consumo di acque in bottiglia, di cui la maggior parte in plastica, con Messico, Tailandia e Arabia Saudita. "Ancora poca fiducia nell’acqua del sindaco, quella del rubinetto", sentenzia l’Istat che ha fotografato lo scetticismo delle famiglie. Che accomuna, spiega l’Istituto di statistica, "ben 7 milioni 400mila famiglie", anche se nel tempo la percentuale è scesa: dal 40,1% del 2002 al 29,0% nel 2019. Intanto sale la "spesa mensile delle famiglie per l’acquisto di acqua minerale": nel 2018 è stata di 12,48 euro, +4,5% in un anno. D’altra parte, "nel 2019 si attesta all’8,6% la quota di famiglie che lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua".

Il disservizio, si sottolinea, "investe in misura diversa le regioni e interessa quasi 2,2 milioni di famiglie, il 61,9% delle quali, poco meno di 1 milione 400mila, vive nelle regioni del Mezzogiorno". Secondo l’Istat il 37,3% del volume d’acqua immessa in rete nei comuni capoluogo nel 2018 "è andato disperso e non è arrivato agli utenti finali", con ripercussioni "finanziarie e ambientali di rilievo".

L’Ismea fotografa una situazione che ha visto in 10 anni più che raddoppiare il volume delle vendite delle acque minerale imbottigliate in plastica. Il numero delle bottiglie è passato da 5 miliardi del 2009 a 10 miliardi nel 2019, con un trend che non accenna a fermarsi. Lo scorso anno l’aumento nazionale è stato dello 0,9%, interessando soprattutto il Sud e la Sicilia (+2,7%). "Nonostante i tanti eco-movimenti globali anti-plastica – sottolinea l’istituto di ricerca del ministero delle Politiche agricole – i consumatori italiani non riescono ancora a rinunciare alla comodità della bottiglietta usa-e-getta".

A fare la parte del leone nei consumi del 2019, tra le diverse tipologie di acqua è quella naturale con il 71% dei volumi pari a 7,2 miliardi bottiglie acquistate con un valore quasi triplicato nel giro di soli 3 anni. Eppure l’acqua del sindaco è spesso di ottima qualità: a dirlo è il gruppo Cap, l’utility pubblica che disseta la Città metropolitana di Milano con 200 milioni di metri cubi di acqua. L’acqua in bottiglia inquina e costa, in media 312 volte in più di un litro di acqua del rubinetto, che ha tariffe tra le più basse in Europa. Mille litri costano circa 1 euro, mentre il costo medio della stessa quantità all’estero è il doppio.

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