
Zone colpite dall'alluvione in Emilia-Romagna (Dire)
Roma, 23 maggio 2025 – L’Italia è un Paese estremamente fragile. Serve un cambio di rotta sulle procedure di indennizzo e delle norme che riguardano i danni subiti dal dissesto idrogeologico. È un passo doveroso e necessario, alla luce della vulnerabilità del Paese davanti alle calamità naturali e, quindi, del bisogno di interventi strutturali. L'edizione 2021 del Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia redatto da Ispra, parla del 94% dei Comuni a rischio di frane, alluvioni ed erosione costiera. In particolare, Emilia-Romagna, Toscana e Marche presentano il 100% dei comuni interessati da pericolosità idraulica media, con tempi di ritorno inferiori ai 200 anni. Considerando, quindi, le molteplici cause e conseguenze di questo fenomeno, il tema va affrontato in modo sistemico e integrato, ha rimarcato Pino Bicchielli, presidente della Commissione sul rischio idrogeologico e sismico e vicecapogruppo di Noi Moderati alla Camera, al termine dell'audizione di Fabrizio Curcio, commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia Romagna, Toscana e Marche.
Curcio: “La vera sfida è ridurre il rischio, non rincorrere i danni”
Lo stesso Fabrizio Curcio ha fatto riferimento un programma pluriennale straordinario per gli interventi di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico. Curcio ha parlato di una quantità di denaro, “somme di finanziamento”, finalizzato alla riduzione del rischio idraulico e idrogeologico. Il commissario straordinario ha fatto presente che le azioni finanziate ad ora non sono connesse “strettissimamente” con quello che, invece, è il tema della riduzione del rischio. L’Italia richiede una visione del territorio “diversa rispetto a quella che si è fatta fino adesso” ha sottolineato Curcio. La somma di 2,8 miliardi destinati all'Emilia-Romagna, alla Toscana e alle Marche avrebbero consentito di ripristinare gli argini, di ripristinare le strade; di agire quindi sull'emergenza, ma non sulla riduzione del rischio.
6,8 milioni di italiani vivono a rischio alluvioni: il grido d’allarme di Istat e Ispra
L’emergenza non deve diventare normalità. Come segnalato nel rapporto annuale 2025 dell’Istat, l'Italia è al secondo posto in Europa per danni economici causati da eventi climatici. Non a caso la preoccupazione per il dissesto idrogeologico è aumentata e si conferma sempre più costante, passando dal 26,5% del 2023 al 28,5% nel 2024. E comprensibilmente si riscontra un aumento della preoccupazione per il clima nelle regioni del Nord, in particolare in Emilia Romagna: 8,7 punti percentuali di aumento rispetto al 2023, rileva l’Istat. L'edizione 2021 del Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia redatto da Ispra, parla del 94% dei Comuni a rischio di frane, alluvioni ed erosione costiera. In Italia gli abitanti a rischio di alluvioni sono circa 6,8 milioni; “è' un warning importante da cui partire” ha avvertito Curcio.
Troppa burocrazia, poche risposte: il rischio avanza più veloce delle norme
In particolare, per quanto riguarda la pericolosità di frana più alta e la pericolosità idraulica media, ci sono Regioni che si trovano in situazioni più complesse rispetto ad altre: in prima linea si confermano l'Emilia Romagna e la Valle d'Aosta, che presentano il 60% del proprio territorio in questa condizione, la Toscana il 30% e le Marche, insieme ad Abruzzo, Calabria, Liguria, Friuli e altre, tra il 10% e il 20%. Il presidente della Commissione sul rischio idrogeologico e sismico, Pino Bicchielli, invita a raccogliere l’appello del Commissario Curcio, ribadendo la centralità della collaborazione inter-istituzionale tra gli enti che hanno una responsabilità nella filiera. Per questo è necessario “sburocratizzare e semplificare” norme e procedure, definite da Bicchielli “ostacoli” che rallentano l'azione e la risposta alle emergenze. Non dimenticando, però, che bisogna operare sempre con responsabilità e trasparenza nell'applicazione delle stesse norme e nella gestione delle risorse.