Mercoledì 24 Aprile 2024

Italia a tre velocità: i più virtuosi Nord e Sardegna

È pari al 61,35%, secondo i numeri relativi al 2019 consultabili sul sito dell’Ispra, la quota di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani prodotti dagli italiani

Poco più di 61 tonnellate ogni 100 vengono conferite dove e come si deve, perché possano tornare, poi, a nuova vita. È pari al 61,35%, secondo i numeri relativi al 2019 consultabili sul sito dell’Ispra, la quota di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani prodotti dagli italiani, per un dato che mostra sì costanti miglioramenti (58,16% nel 2018, 55,54% nel 2017 e 52,55% nel 2016), ma che risente della più classica delle andature a due velocità. Già, perché sugli oltre 18,4 milioni di tonnellate di spazzatura che finiscono nei giusti cassonetti più di 10 vengono dalle regioni settentrionali, mentre 3,8 provengono dal Centro e 4,6 dal Sud. Fotografia che, tradotta in percentuali, diventa 69,6% al Nord, 58,1% nel cuore del Paese e 50,6% nella porzione più meridionale della nazione (isole comprese). Un dato medio di per sé per nulla tragico, che pone l’Italia, fra i grandi Stati europei ed escludendo dal computo contesti diversi per dimensioni come Far Oer e Liechtenstein, dietro solo alla Germania, ma che diventa fonte di preoccupazione più che altro per la scarsa uniformità territoriale dalla quale è generato, pur con qualche eccezione degna di nota. Parliamo, nello specifico, della Sardegna, che nella classifica compilata su base regionale si piazza al secondo posto (73,30% di raccolta differenziata) dietro al Veneto (74,70%), precedendo poi, nell’ordine, Trentino-Alto Adige (73,11%), Lombardia (72,03%), Emilia-Romagna (70,56%) e Marche (70,26%).

Un sestetto virtuoso, questo, seguito da altre sei regioni stabili oltre quota 60%, dal 67,17% del Friuli-Venezia Giulia al 60,20% della Toscana, passando per Umbria, Valle d’Aosta, Piemonte e Abruzzo, prima di arrivare alle otto cugine più indietro nel percorso. Colpisce, tra queste, il 13esimo posto della Liguria, ferma a quota 53,41%, e, scorrendo fino al fondo, il misero 38,52% al quale arriva la Sicilia, fanalino di coda staccato di quasi dieci punti percentuali dalla penultima Calabria. Tra i capoluoghi di regione, invece, le Città Metropolitane di Venezia, Milano, Bologna e Firenze registrano, rispettivamente, dati pari al 70,91%, 67,41%, 65,53% e 64,80% e di raccolta differenziata, mentre Ancona e provincia fanno segnare il 69,21%. Tutti numeri, ad eccezione di quello della patria di Dante, al di sotto delle proprie medie regionali, ma in ogni caso ben più vicini al dato della capolista Cagliari (71,41%) che a quello della più attardata Palermo (29,04%).

Lorenzo Pedrini

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