Istat, 5 milioni in povertà assoluta. Il 12,5% sono bambini

Nel 2016 sono 1.619mila le famiglie in stato di indigenza. Livelli stabili dal 2015, aumentano minori e famiglie numerose. I giovani i più colpiti

In 5 milioni vivono in povertà assoluta secondo l'Istat (Ansa)

In 5 milioni vivono in povertà assoluta secondo l'Istat (Ansa)

Roma, 13 luglio 2017 - Quasi 5 milioni di persone in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta. Per la precisione 4 milioni e 742 mila residenti appartenenti a 1 milione e 619mila famiglie, secondo la fotografia scattata dall'Istat e realtiva al 2016. L'istituto di statistica rileva, rispetto all'anno precedente una sostanziale stabilità della povertà  assoluta in termini sia di famiglie sia di individui. Ma aumenta tra i minori, le famiglie numerose e riguarda soprattutto i giovani. Così come la povertà relativa, che in linea generale resta anch'essa stabile rispetto al 2015,.

POVERTA' ASSOLUTA - L'incidenza della povertà assoluta per le famiglie è pari al 6,3%, in linea con i valori stimati negli ultimi quattro anni. Per gli individui, aumenta al 7,9% con una variazione statisticamente non significativa rispetto al 2015, quando era al 7,6%. Sale invece al 26,8% dal 18,3% del 2015 tra le famiglie con 3 o più figli minori, coinvolgendo nel 2016 137mila 771 famiglie e 814mila 402 individui; aumenta anche fra i minori, da 10,9% a 12,5% (1 milione e 292mila). L'incidenza della povertà assoluta aumenta al Centro in termini sia di famiglie (5,9% da 4,2% del 2015) sia di individui (7,3% da 5,6%), a causa soprattutto del peggioramento registrato nei comuni fino a 50mila abitanti al di fuori delle aree metropolitane (6,4% da 3,3% dell'anno precedente).

GIOVANI PIU' POVERI - Persiste, a partire dal 2012, la relazione inversa tra incidenza di povertà assoluta e età della persona di riferimento (aumenta la prima al diminuire della seconda). Il valore minimo, pari a 3,9%, si registra infatti tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (10,4%).

TITOLO DI STUDIO - Come negli anni precedenti l'incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: 8,2% se ha al massimo la licenza elementare; 4,0% se è almeno diplomata. A incidere molto è poi anche la posizione professionale della persona di riferimento. Per le famiglie in cui è un operaio, l'incidenza della povertà assoluta è doppia (12,6%) rispetto a quella delle famiglie nel complesso (6,3%), confermando quanto registrato negli anni precedenti. Rimane, invece, piuttosto contenuta tra le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro e impiegato (1,5%) e ritirata dal lavoro (3,7%).

POVERTA' RELATIVA - Anche la povertà relativa risulta stabile rispetto al 2015. Nel 2016 riguarda il 10,6% delle famiglie residenti (10,4% nel 2015), per un totale di 2 milioni 734mila, e 8 milioni 465mila individui, il 14,0% dei residenti (13,7% l'anno precedente). Analogamente a quanto registrato per la povertà assoluta, è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (17,1%) o 5 componenti e più (30,9%). La povertà relativa colpisce di più le famiglie giovani: raggiunge il 14,6% se la persona di riferimento è un under35 mentre scende al 7,9% nel caso di un ultra sessantaquattrenne. L'incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per gli operai e assimilati (18,7%) e per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (31,0%).

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro