Istat: il Pil pro capite del Centro Nord è il doppio del Sud. Occupazione in calo ovunque

Sono i dati riportati dall'Istat nei conti economici territoriali 2011-2013.

Istat: in calo il rapporto deficit pil (ANSA)

Istat: in calo il rapporto deficit pil (ANSA)

Roma, 9 febbraio 2015 - L'Italia è sempre più divisa in due. E' quasi il doppio il Pil per abitante nel Nord ovest rispetto a quello di un abitante nel Mezzogiorno. Nel 2013 il Pil per abitante risulta pari a 33,5 mila euro nel Nord-ovest, a 31,4 mila euro nel Nord-est e a 29,4 mila euro nel Centro. Non solo, ma Milano risulta la provincia con i più elevati di valore aggiunto per abitante prodotto, pari a 46,6 mila euro; seguono Bolzano con 35,8 e Bologna con 34,4 mila euro. E' quanto evince l'Istat, nei conti economici territoriali 2011-2013. 

Il Mezzogiorno, con un livello di Pil pro capite di 17,2 mila euro, presenta un differenziale negativo molto ampio. Il suo livello è inferiore del 45,8% a quello del Centro-Nord. La spesa per consumi finali delle famiglie a prezzi correnti nel 2013 risulta pari a 18,3 mila euro per abitante nel Centro-Nord e a 12,5 mila euro nel Mezzogiorno. Lazio e Sicilia sono le regioni più terziarizzate, in termini di incidenza settoriale del valore aggiunto, mentre Basilicata ed Emilia Romagna sono quelle a maggiore propensione agricola e industriale. 

Nel 2012 Milano è la provincia con i più elevati livelli di valore aggiunto per abitante prodotto, pari a 46,6 mila euro; seguono Bolzano con 35,8 e Bologna con 34,4 mila euro. Le province con i più bassi livelli di valore aggiunto per abitante prodotto sono Medio Campidano e Agrigento, con circa 12 mila euro, e Barletta-Andria-Trani e Vibo Valentia con meno di 13 mila euro. Il contributo dei servizi finanziari, immobiliari e professionali al valore aggiunto provinciale è prevalente nelle province di Milano, Roma e Trieste. Il contributo dell'industria primeggia in molte province del Nord-est e in particolare in quella di Modena. Tra il 2011 e il 2013 la Lombardia e il Trentino Alto Adige ottengono le uniche performance occupazionali positive, mentre Calabria e il Molise le cadute più ampie (-8% circa in termini di numero di occupati). 

L'OCCUPAZIONE IN CALO OVUNQUE  - Tra il 2011 e il 2013, mentre non si arrestava l'emorragia di posti di lavoro, le uniche regioni italiane che hanno fatto eccezione sono state Bolzano, Trento e la Lombardia. La crisi del mercato del lavoro è stata invece particolarmente pesante nelle regioni del Sud. Dati alla mano, il calo dell'occupazione registrato a livello nazionale tra e il 2011 e il 2013 (-2,2%) ha interessato quasi tutte le regioni, con le eccezioni di Bolzano (+2,2%), Trento (+1,3%) e Lombardia (+0,4%). Le regioni che nel biennio presentano le cadute dell'occupazione più ampie sono Calabria (-8,1%), Molise (-8,0%), Sardegna (-7,5%) e Sicilia (-7,4%). 

DIPENDENTE PERCEPISCE SOLO 53,3 5 DELLA RETRIBUZIONE LORDA  - I lavoratori dipendenti italiani percepiscono in media il 53,3% della propria retribuzione lorda. E' quanto si legge nell'indagine Istat "Reddito e condizioni di vita", secondo la quale nel 2012 il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è di 30.953 euro all'anno, per un salario netto medio pari a 16.498 euro. 

IN ITALIA OLTRE META' REDDITI LORDI TRA 10 MILA E 30 MILA  - In Italia oltre la metà dei redditi lordi individuali (54%) si colloca tra 10.001 e 30.000 euro annui, il 25,8% è al di sotto dei 10.001 euro e il 17,6% risulta tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro