Mercoledì 24 Aprile 2024

IP acquista gli asset italiani di Esso: il colosso raddoppia la capacità di raffinazione

Il Gruppo si consolida dopo l'affare con TotalErg di cinque anni fa. Il presidente Brachetti Peretti: "Protagonisti nella sfida della sicurezza energetica nel settore della mobilità"

Un distributore IP

Un distributore IP

Dopo mesi trascorsi a parlare di gas russo, gasdotti, caro-gas e rigassificatori, sembrava che del caro vecchio petrolio non importasse più nulla a nessuno. E, invece, il mercato tricolore dell'oro nero si è oggi ripreso prepotentemente la scena, a valle di un'operazione che, di fatto, raddoppierà la capacità di raffinazione del primo player italiano di settore. Parliamo dell'affare che, a cinque anni dall'acquisizione di TotalErg, vede ora la IP gruppo Api della famiglia Brachetti Peretti rilevare in blocco gli asset nostrani di vendita e raffinazione di proprietà di Esso. Con il colosso statunitense erede della Standard Oil di John D. Rockefeller, noto all'estero con la denominazione ExxonMobil, che esce di fatto dal mercato italiano per la prima volta dal lontano 1891.

Secondo una nota dell'azienda, l'affare appena chiuso da IP riguarda dunque, nel dettaglio, "la totalità delle attività di vendita di carburanti di Esso in Italia", oltre al "75% della Raffineria Sarpom di Trecate (Novara), di cui IP deteneva già il resto dell'azionariato" e alla "titolarità dei depositi di Genova, Arluno e Chivasso". Ma anche "quella di Engycalor Energia Calore, che controlla il deposito di bitumi di Napoli e si occupa di vendite a clienti business" e "il 12,5% della società Disma, che gestisce il deposito di carburante aereo dell'Aeroporto di Malpensa".

Un pacchetto di partecipazioni, quindi, che definire strategico sarebbe un eufemismo e che, parola di IP, serve innanzitutto a "rafforzare i volumi di produzione del Gruppo, con una capacità di raffinazione che raddoppia (da circa 5 a quasi 10 milioni di tonnellate/anno) grazie al controllo del 100% della Raffineria di Trecate e del sistema logistico a essa collegato". Mentre, parlando di impatti sul mercato, il raggruppamento ricostituito nel 2002 da Eni e acquistato nel 2005 da Api giunge così a una capacità di raffinazione di 87 milioni di tonnellate annue, controllando l'11,5% delle quote nazionali del comparto. Questo anche se le 2.200 stazioni di servizio italiane brandizzate Esso, già cedute gradualmente da ExxonMobil fra il 2012 e il 2018, manterranno ancora l'attuale insegna. Con IP che, spiega la società acquirente, si limiterà a rilevare dagli americani, in aggiunta a quanto elencato, i contratti di fornitura che regolano, oltre alle vendite ai consumatori finali, quelle alle aziende intermediarie. Completando in tal modo una piccola grande rivoluzione che si chiuderà, ufficialmente, entro i prossimi mesi, data entro cui sono attesi i via libera da parte dell'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato e degli altri organi competenti.

Quanto ai commenti, infine, il presidente di IP, Ugo Brachetti Peretti, si è detto "soddisfatto" per un'acquisizione che porta nel Gruppo "persone, professionalità e asset produttivi di grande qualità". E che "ci consentirà di affrontare da protagonisti la sfida della sicurezza energetica nel settore della mobilità, abilitando i successivi passi che intendiamo fare nella transizione del Gruppo sempre più verso la sostenibilità". Ma a parlare, in ragione del peso specifico dell'affare appena concluso, è stato anche il ministro dell'Economia, un Giancarlo Giorgetti che ha accolto "con favore" un'operazione che "rafforza un operatore italiano in mercato in forte evoluzione in un momento complesso". Prima di ribadire, via Twitter, "l'impegno del Governo a sorvegliare con attenzione l'intero settore petrolifero anche in ambito europeo".