Investire con i certificati nella tempesta dei listini

Webinar e tavola rotonda moderata da Pierpaolo Scandurra

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Sarà il protagonista di due spazi del grande evento finale (5-6 maggio) del percorso formativo Investi Bene - YouFinance 2020 (www.youfinance.it) entrambi dedicati al mondo dei certificati. Un webinar e una tavola rotonda in cui Pierpaolo Scandurra sarà il moderatore. Una tavola, in programma domani dalle 17,15, a cui parteciperanno i rappresentanti di cinque fra i principali emittenti di certificati (Unicredit, Societe Generale, Bnp Paribas, Vontobel e IG).

Attivo sui mercati finanziari dal 1998, dal 2006 Scandurra è managing director di Certificati e Derivati (www.certificatiederivati.it) e direttore del Certificate Journal, la prima rivista settimanale italiana dedicata interamente all’universo dei certificati di investimento. Uno strumento finanziario che negli ultimi anni ha visto una significativa crescita tra investitori e trader e che, spiega Scandurra anticipando i contenuti del suo webinar, ben si adatta a operare sugli attuali mercati dove gli effetti dell’epidemia da Coronavirus hanno portato alle stelle la volatilità.

I certificati, per definizione tecnica, sono strumenti derivati e cartolarizzati, negoziati sui mercati regolamentati, che vengono "assemblati" attraverso strategie composte con le opzioni e che, attraverso una gestione passiva, permettono di investire in un’attività finanziaria sottostante replicandone l’andamento. Acquistare un certificato – che non ha soglie d’ingresso, bastano anche 100 euro – significa quindi comprare una strategia operativa realizzata attraverso le opzioni.

I certificati possono avere diverse tipologie, per esempio a capitale protetto o condizionatamente protetto piuttosto che a leva. E offrono anche un importante vantaggio fiscale, ovvero la possibilità di utilizzare minusvalenze su altri investimenti (per esempio titoli azionari) per ridurre la tassazione (26%) sulle loro performance. In questa fase, sottolinea Scandurra, i certificati possono essere utilizzati sia come sostituzione del cosiddetto reddito fisso (grazie alla possibilità di prodotti che prevedono lo stacco di una cedola periodica) sia per recuperare posizioni in perdita su titoli azionari dopo la forte discesa delle Borse nelle scorse settimane.

I certificati (se ne contano ormai circa 550 con strategie sulle opzioni che riguardano tutti i settori dell’investimento finanziario, dalle azioni ai bond, dagli indici alle materie prime) hanno risentito dalla contrazione dei mercati e dall’aumento della volatilità tanto che oggi si può cogliere l’opportunità di sottoscriverli con prezzi più bassi e sfruttare la riduzione della volatilità. Un’opportunità che se prima era per lo più riservata agli investitori istituzionali o professionali, oggi, con una soglia d’ingresso minima (100 o mille euro) ha fatto dei certificati uno strumento da retail.

Il basso valore unitario dell’investimento in certificati permette anche al trader neofita, aggiunge Scandurra, di iniziare a operare sui mercati (una specie di palestra) non più virtualmente ma con soldi veri, senza rischiare troppo capitale e provando davvero l’emotività che si produce quando gli investimenti sono reali come le eventuali perdite o i guadagni. E se questo, conclude Scandurra, può essere il momento propizio per costruire con i certificati una strategia da "reddito fisso" lo è molto meno per alzare l’asticella dei rischi con il ricorso ai certificati a leva. Perché quando la volatilità è così elevata e si può passare dal meno dieci al più dieci non è il caso di aggiungere "volatilità" con leve a 3, 5 o 7. Così come, sebbene la caduta del prezzo del barile possa attrarre verso l’investimento nel greggio, oggi puntare sul petrolio richiede molto prudenza e non è da consigliare a chi non abbia le spalle sufficientemente coperte.

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