Mercoledì 24 Aprile 2024

Torna il tempo dell’oro Il porto sicuro diventa un asset finanziario

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di Davide

Biocchi

CHE COSA rappresenta l’oro in finanza? Senza dubbio una forma di risparmio a lungo termine, perché chi lo compra punta a proteggere nel tempo il potere di acquisto del proprio capitale. Quello in oro è quindi un investimento prettamente difensivo, verso una materia prima molto particolare, che gode di massima credibilità e reputazione. L’oro viene infatti percepito come un perfetto parcheggio della liquidità, per via della sua propensione storica a rivalutarsi nel tempo. Ed è proprio per questa sua attitudine che esso diventa anche antagonista dei bond, quando i rendimenti reali degli stessi (che si ottengono sottraendo alla cedola staccata l’inflazione attesa) diventano negativi. La sua principale caratteristica è quindi di rappresentare per gli investitori il ‘porto sicuro’ per eccellenza, dove ci si rifugia quando la propensione al rischio si riduce. Non è allora per caso che l’oro abbia realizzato il suo record storico (oltre i 2.000 dollari per oncia) proprio quando esplose la pandemia, per poi ritornarci all’inizio del conflitto ucraino.

Esso ha però un limite: la logistica. Che sia posseduto in lingotti, fogli o monete (ad esempio la Sterlina, il Marengo o il Krugerrand, che includono però un sovrapprezzo per il conio), l’oro va poi conservato in un posto sicuro, ad esempio cassetta di sicurezza o cassaforte, il che risulta scomodo e costoso. Per questo, in finanza esso viene sempre più trattato tramite strumenti finanziari, che ne cartolarizzano il possesso, azzerando le incombenze fastidiose. Che si tratti di Etc o di certificati, il crescente successo di questi strumenti nasconde però un’insidia. A fianco infatti di chi “costruisce” questi strumenti finanziari partendo dal possesso diretto del metallo prezioso, si fa strada l’attitudine di quotarne altri che anziché l’oro detengono derivati (ad esempio futures) che ne “simulano” il possesso. Non si tratta di una pratica scorretta, ma può ingenerare delle distorsioni. Strumenti costruiti sul possesso di derivati sull’oro, anziché di oro medesimo, possono infatti contenere una leva finanziaria implicita, oltre alla possibilità di agire short (cioè puntare al ribasso) sulla materia prima.

Anche per questi motivi, il prezzo dell’oro tende sempre più a dipendere dai flussi finanziari che si rivolgono in primis verso questi strumenti, per poi ribaltarsi con effetto leva sui derivati sottostanti e quindi sulla materia prima, influenzandone andamento e volatilità. In ogni caso, l’oro sta assurgendo sempre più al ruolo di asset finanziario a sé stante.