Venerdì 19 Aprile 2024

Quel ‘sentiment’ che cambia il verso dei mercati finanziari

Davide

Biocchi

In finanza, con il termine ‘sentiment’, ci si riferisce alle percezioni che gli investitori hanno rispetto ai mercati. Lo si potrebbe definire un indicatore di sensazioni, che possono oscillare tra ottimismo e pessimismo. Esso può infatti far propendere il gradimento degli investitori più a favore di un rialzo oppure di un ribasso ed è influenzato da molteplici fattori, come ad esempio le notizie sull’andamento delle economie globali, le performance delle aziende, divulgate su base trimestrale, le politiche monetarie delle banche centrali e infine gli eventi geopolitici, tra cui ci sono esempi recenti quali il conflitto tra Russia e Ucraina o la tensione tra Cina e Taiwan. Se il sentiment è positivo, gli investitori hanno maggiore propensione al rischio e quindi investono di più. Viceversa, se si cade in fase ‘risk-off’, cioè avversione al rischio, essi riducono l’esposizione sui mercati. Ovviamente il sentiment può variare molto tra le diverse categorie di investitori. I grandi attori sono consapevoli di quanto il loro impatto sia significativo sui mercati e quindi non si spaventano di eventuali repentini cambiamenti nei corsi azionari, se sono loro stessi a causarli. In questo hanno un innegabile vantaggio.

I piccoli investitori, che invece pesano poco e non possono influenzare nulla, potrebbero restare basiti di fronte a rapide e profonde variazioni dei prezzi, che non sanno spiegarsi. C’è un fenomeno, noto in psicologia come ‘effetto ancoraggio’, che può portare i piccoli investitori a ritenere inizialmente sbagliati dei prezzi che si allontanassero troppo (e troppo in fretta) da quelli cui si erano abituati. Di conseguenza, essi potrebbero inizialmente reagire contrastando questo movimento anziché assecondarlo, perché lo guarderanno per forza con sospetto. Poiché il mercato tende a fare la maggiore ampiezza dei movimenti in tempi brevi, per poi restare quasi quiescente nel resto del tempo, ciò spiega per bene perché questo ‘effetto ancoraggio’ sia tra i principali nemici dei trader, che rischiano di perdersi le decisive fasi esplosive dei movimenti, restando nell’inutile attesa di vedere i prezzi tornare laddove l’ancoraggio li farebbe apparire più congrui.

Quando il mercato si muove in maniera rapida e consistente, gli attori più forti stanno quasi sempre dalla parte giusta, mentre i piccoli tendono a recepire ed accettare il cambiamento con notevole (e colpevole) ritardo. Serve grande consapevolezza per chiamarsi fuori da questa dinamica, molto penalizzante per i piccoli trader.