Giovedì 18 Aprile 2024

Obbligazioni e titoli di Stato? Col bilancino

ACQUISTARE o aspettare? È il dilemma di fronte al quale si trovano oggi gli investitori che puntano sul reddito fisso, cioè acquistano i buoni del Tesoro e i corporate bond (emessi da società private). Per molti anni, tutti questi titoli sono stati assai avari di cedole, complice l’abbassamento dei tassi d’interesse deciso dalle banche centrali un po’ in tutto il mondo. Ora, però, l’era dei tassi ridotti al lumicino sembra davvero finita e le autorità monetarie internazionali, dalla Bce in Europa alla Fed in America (a destra la presidente della Bce Christine Lagarde e il suo omologo Usa, Jerome Powell), si apprestano a rialzare il costo del denaro, soprattutto per arginare la fiammata dell’inflazione. Che fare dunque con i bond? Quando i tassi d’interesse risalgono, di solito non arrivano buone notizie per chi ha già un bel po’ di obbligazioni nel portafoglio. L’aumento del costo del denaro comporta infatti una caduta dei prezzi dei bond già emessi sul mercato, che vengono venduti dagli investitori perché offrono interessi via via sempre meno generosi rispetto alle obbligazioni di nuova emissione. È pur vero, tuttavia, che questo scenario si è già in gran parte verificato, visto che i mercati finanziari giocano di anticipo. "Tra l’inizio dell’anno e fine maggio, l’indice obbligazionario globale ha fatto registrare un ribasso dell’8%", ricorda Nicola Morra, portfolio manager della società di consulenza finanziaria indipendente Moneyfarm. Ciò significa che in media, in tutto il mondo, i bond si sono già svalutati di quasi un decimo.

È ora dunque di ritornare a comprarli, approfittando della correzione dei prezzi? Per diversi analisti e i gestori delle case d’investimento la risposta è sì, soprattutto se l’obiettivo è quello che un investitore accorto deve sempre porsi: costruire un portafoglio ben bilanciato, ripartito sapientemente tra azioni, obbligazioni e altre classi d’investimento. Inoltre, il suggerimento è di dosare bene le categorie di titoli e di non posizionarsi su bond con scadenze troppo lunghe, che sono quelli destinati a svalutarsi di più, di fronte a nuovi rialzi dei tassi d’interesse. Gli strategist di Amundi, la maggiore casa di gestione del risparmio in Europa, suggeriscono agli investitori di proteggersi dall’aumento dei prezzi e del costo del denaro guardando con rinnovato interesse ai titoli obbligazionari indicizzati all’inflazione e ai bond a tasso variabile.

Tra i titoli a reddito fisso emessi da società private (corporate bond), occorre invece fare un’attenta selezione delle aziende e dei settori su cui puntare, poiché non tutti reagiranno allo stesso modo di fronte allo scenario macroeconomico all’orizzonte, caratterizzato da prezzi in aumento e tassi in rialzo. "L’inflazione in forte crescita ostacola i rendimenti obbligazionari ma c’è una buona notizia", dice Matteo Astolfi, managing director in Italia della casa di gestione internazionale Capital Group. L’aumento dei prezzi elevato, secondo Astolfi, "è in parte una risposta alla straordinaria domanda dei consumatori. Le persone che hanno un lavoro e denaro contante e vogliono spenderlo. Inoltre, molte aziende hanno bilanci solidi e sono orientate alla crescita". Per questo, il managing director di Capital Group ritiene che le obbligazioni societarie offrano opportunità di investimento, in alcuni settori favoriti dalla ripresa dei consumi post pandemia come quello delle crociere o dei casinò. Inoltre, considerando che i prezzi dell’energia sono saliti, c’è uno scenario favorevole alle società di estrazione e produzione energetica e del midstream, cioè specializzate nelle attività di trasporto del petrolio.