Venerdì 19 Aprile 2024

"Nuovo welfare, dalle assicurazioni un aiuto allo Stato"

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È NECESSARIO "rafforzare l’attenzione e le risorse sulla riforma del sistema di welfare, un tema di primaria importanza alla luce dei trend demografici e dei conseguenti maggiori bisogni di protezione dei cittadini". Questo il messaggio lanciato, nel corso dell’ultima Assemblea dell’Ania, dalla presidente Maria Bianca Farina (nella foto a destra). In uno scenario che – come evidenziato da Farina – vede sempre più la necessità di fornire risposte coordinate a sfide globali, sanità, previdenza, assistenza (soprattutto rivolta alla non autosufficienza) costituiscono i tre pilastri di una sempre più necessaria protezione sociale. E il compito di sussidiare l’offerta pubblica, ampliando tale rete, è affidato alle assicurazioni.

"Per quanto riguarda le necessarie integrazioni al nostro prezioso sistema pubblico, in particolare quello previdenziale, – ha annunciato la presidente di Ania – vogliamo favorire la diffusione delle coperture integrative (che in Italia rappresentano solo il 6% del finanziamento complessivo delle pensioni, contro il 50% nel Regno Unito e il 52% nei Paesi Bassi). A tal fine, svilupperemo iniziative mirate e innovazione di prodotto".

L’andamento delle adesioni alle forme pensionistiche complementari conferma la crescita graduale già osservata negli ultimi anni, considerando che nel 2021 vi sono state 664mila nuove adesioni, circa 178mila adesioni in più rispetto all’anno precedente. Alla fine del 2021, il numero delle posizioni in essere era pari a 9,7 milioni, in aumento del 4,2% rispetto all’anno precedente. Il numero di iscritti alla fine del 2021 risultava pari a 8,8 milioni di soggetti (il 34,7% della ‘forza lavoro’, +3,9% rispetto al 2020). Nel 2021 resta rilevante la quota di iscritti (oltre 2,4 milioni) che risultano non aver versato contributi, fenomeno che ha interessato i fondi pensione aperti in misura maggiore rispetto alle altre forme. Gli iscritti ai fondi pensione aperti hanno registrato l’aumento maggiore (+6,5%) mentre l’incremento più elevato in valore assoluto (poco più di 184mila) è relativo agli iscritti ai fondi pensione negoziali.

A fronte della rivalutazione del TFR, pari nel 2021 al 3,6%, il rendimento medio, al netto dei costi di gestione, delle diverse linee dei fondi negoziali è risultato pari al 4,9%, quello dei fondi aperti del 6,4%, quello delle gestioni separate dei PIP dell’1,3% e quello dei fondi unit-linked dei PIP dell’11%. Le risorse destinate alle prestazioni (+7,8% rispetto al volume relativo alla fine del 2020), hanno superato i 213 miliardi, corrispondente al 12% del PIL nominale e al 4,1% del risparmio finanziario delle famiglie.

Una novità sul fronte della previdenza complementare è rappresentata dai Pan-European Personal Pension Products (PEPP). Il disegno europeo presenta, tuttavia, diversi punti deboli che potrebbero costituire un disincentivo alla sua commercializzazione in paesi come l’Italia dove l’offerta di forme previdenziali è già piuttosto articolata. Il Pepp – come osservato dall’Ania – non sarebbe, infatti, abilitato a ricevere conferimenti di TFR. Inoltre, il decreto non prevede la trasferibilità della posizione maturata in un PEPP alle altre forme previdenziali e viceversa.