Mercoledì 24 Aprile 2024

"MEGLIO UN PO’ DI CAUTELA NEI PORTAFOGLI

DOPO la lunga corsa fino ai massimi di questa estate le Borse sembrano voler riprendere fiato. È una pausa di correzione o un cambio di trend? In questa fase è auspicabile una revisione dei portafogli riducendo il rischio e quale diversificazione attuate sui mercati dagli Usa alla Cina, dall’Europa al Giappone?

"Dopo una prima parte dell’anno all’insegna dell’ottimismo, che ha sostenuto il trend positivo per gli asset rischiosi, seguita dai mesi estivi caratterizzati da fasi risk-off di breve durata con altrettanto veloci recuperi, da settembre il mood sui mercati sembra essere cambiato – risponde Stefano Fossati, Direttore Advisory and Solutions di CheBanca! (gruppo Mediobanca) –. Nelle ultime settimane a prevalere sono state le preoccupazioni per il rialzo dei prezzi energetici e per un incremento più persistente delle pressioni inflazionistiche. A ciò si sono aggiunti altri fattori di incertezza, come il caso Evergrande e la questione del tetto del debito Usa".

L’economia continua l’uscita dall’emergenza Covid?

"In generale, il quadro di ripresa economica rimane comunque intatto e continua a rappresentare un elemento di supporto per l’andamento degli attivi più rischiosi. Ci attendiamo tuttavia possibili fasi di storno per i mercati meno direzionali. Per questo preferiamo inserire alcuni elementi di cautela nei portafogli, attraverso l’utilizzo di strategie di risparmio gestito finalizzate al contenimento del drawdown (la discesa da un precedente massimo, ndr.) Per quanto riguarda l’allocazione geografica preferiamo l’Europa, anche per le caratteristiche intrinseche degli indici, e manteniamo il favore per l’Area asiatica dove i progressi nelle campagne vaccinali dovrebbero sostenere il recupero nell’ultimo trimestre dell’anno".

Quali sono le incognite per questo autunno? Inflazione, cambio strategia banche centrali, corsa delle materie prime e difficoltà di approvvigionamenti?

"L’inflazione rappresenta il rischio da monitorare con maggiore attenzione. Nel corso del 2021 l’accelerazione repentina della crescita dei prezzi a livello globale è stata determinata principalmente da tre elementi: l’eccesso di domanda rispetto ad una produzione che fatica per via dei colli di bottiglia negli approvvigionamenti, l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi e alcune variazioni nella normativa, come la fine della riduzione dell’Iva in Germania. La celere ripartenza della domanda globale è avvenuta infatti in concomitanza di un basso livello di scorte, soprattutto di beni intermedi, mettendo in difficoltà le aziende che si sono trovate a fronteggiare un forte incremento degli ordini con una capacità produttiva insufficiente. È emblematico il caso della produzione di microchip per il settore automobilistico. Allo stesso tempo sono aumentati i costi di trasporto marittimo. L’incremento della domanda si è quindi riverberato sul pricing delle materie prime e della manodopera. Le pressioni salariali unite alla maggiore propensione delle imprese a scaricare a valle i rincari dei costi hanno innescato il rischio di possibili aumenti dei prezzi pagati dal consumatore finale".

Quanto durerà il fattore prezzi?

"Riteniamo tuttavia che l’aumento delle pressioni inflazionistiche sarà di carattere transitorio: ci aspettiamo infatti che l’aumento della capacità produttiva porterà un graduale riequilibrio tra domanda e offerta, con una conseguente riduzione delle pressioni sui prezzi alla produzione".