Venerdì 19 Aprile 2024

Meglio il grafico o l’analisi fondamentale?

di Davide

Biocchi

È INFINITA la disputa circa l’approccio più valido ai mercati finanziari, tra sostenitori dell’analisi grafica e dediti alla fondamentale. I grafici sono il perfetto strumento per visualizzare a colpo d’occhio l’evoluzione storica di un prezzo, mentre l’analisi fondamentale si occupa di monitorare i numeri, come ad esempio quelli di un bilancio societario, oppure quelli della macroeconomia, ecc. In entrambi i casi, lo scopo è individuare il momento migliore per intercettare il mercato, per ottimizzare il proprio rendimento. I sostenitori dei grafici spesso si arroccano sul concetto che ‘il grafico sconta tutto’, per cui ogni cosa, buona o cattiva, sarà già inglobata e scontata nell’andamento dei grafici, mentre i fondamentalisti si basano, ad esempio, su alcuni efficaci indicatori di sintesi dello stato di una società, tra i quali la misurazione del rapporto tra il prezzo di un’azione e l’utile per azione che la stessa genera (Pe), oppure il confronto tra imprese, tramite la comparazione degli utili che esse generano, misurati prima delle tasse e degli ammortamenti (Ebitda), cioè a parità di condizioni, a prescindere dal contesto fiscale in cui ricadono. Il graficista basa molte delle sue decisioni sull’identificazione e l’eventuale superamento o tenuta di quelle soglie di prezzo laddove il grafico sembra trovare ostacoli nella prosecuzione di rialzi o ribassi, che sono noti come resistenze o supporti. Egli cercherà sempre di assecondare una tendenza per beneficiarne (il trend è tuo amico...).

L’analista fondamentale cercherà invece sempre di collocare un’azienda nel contesto dove sviluppa il proprio business, sia geograficamente, sia verificando l’andamento del settore di riferimento, sia confrontandola coi competitor. Inoltre terrà ben monitorata la congiuntura economica, per evitare di andare controtendenza. Personalmente, credo che “in medio stat virtus”, motivo per cui l’investitore moderno deve essere intriso di entrambe le metodiche. La consapevolezza finanziaria si ottiene infatti se si comprendono appieno fattori quali: l’evoluzione dei cicli economici, le correlazioni tra le varie asset class, il ruolo dei diversi attori (investitori, gestori, speculatori, banche centrali, ecc), le dinamiche di mercato, ecc. Padroneggiati questi elementi, il grafico diventa essenziale, per acquisire il tempismo indispensabile per migliorarsi. Queste due modalità di approccio dovrebbero fondersi e non risultare in competizione, se l’ambizione è diventare consapevoli e indipendenti nelle decisioni in tema finanziario.