Mercoledì 24 Aprile 2024

Market movers, una bussola per gli investitori

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di Davide

Biocchi

SUI DIVERSI mercati vengono negoziate azioni, obbligazioni (bond), valute, materie prime, derivati, ecc, e con la globalizzazione essi sono tutti tra loro collegati. Se consideriamo i mercati azionari, quelli più importanti rappresentano le economie considerate di riferimento. Per questo, se dovessimo rappresentare le borse come un sistema planetario, il posto del sole, cui tutto gira intorno, spetterebbe di diritto a Wall Street, che ne è il vero faro globale. E parimenti dovremmo definire dollaro-centrico il mercato delle valute. Detto ciò, i mercati sono impattati da fattori esterni, in grado di modificarne l’andamento. Nel loro insieme questi vengono definiti ‘market movers’, cioè evenienze in grado di ripercuotersi sugli stessi.

Ma quali sono questi market movers? Anzitutto i fatti di geopolitica. Come non citare ad esempio l’impatto sulle borse della guerra tra Russia e Ucraina o ricordare quanto la delicata situazione mediorientale incida da sempre sul prezzo del petrolio. Poi ci sono i dati della macroeconomia: Pil, inflazione, produzione industriale, fiducia dei consumatori e delle imprese, ecc, sono tutti dati rappresentativi dell’andamento delle economie alle quali, sul lungo periodo, le borse tendono ad allinearsi. Proseguendo, ci sono coloro che, per prestigio o credibilità, possono influenzare gli operatori; gestori come Warren Buffet o leader come Elon Musk possono con le loro parole influenzare le opinioni di molti. Infine ci sono le banche centrali, come la Fed o la Bce che, con le loro decisioni di politica monetaria, dettano i tempi alla finanza tutta. Dopo la crisi dei subprime e ancor di più con la pandemia, esse hanno iniziato a intervenire attivamente sui mercati, iniettando quantitativi abnormi di liquidità per sostenerli, e diventando così i veri attori protagonisti. Le loro decisioni impattano oggi infatti tutte le classi di investimento, dalle valute, ai bond, alle azioni, alle materie prime, ecc e la finanza pende letteralmente dalle labbra dei banchieri centrali.

Ad esempio, attualmente, in virtù del mandato di perseguire la stabilità dei prezzi, Fed e Bce sono fortemente determinate a contrastare la crescita dell’inflazione, cui cercano di porre un argine alzando i tassi di interesse per contenerla. Da quando hanno iniziato la stretta monetaria, necessaria per contrastare il caro prezzi, azioni e obbligazioni hanno intrapreso la strada della discesa e per ora non danno segnali di ripresa. Ecco perché è opportuno prendere confidenza e seguire i market movers, quando si investe.