LO SMART WORKING FA TORNARE LA VOGLIA DI CASA

Migration

PANDEMIA, crisi economica e nuovi stili di vita generati dallo smart working, cioè il lavoro a distanza lontani dall’ufficio. È un mix di fattori dirompenti che negli ultimi anni ha condizionato l’andamento del mercato immobiliare, non solo in Italia ma un po’ in tutto il mondo. Eppure, il vecchio e caro mattone (almeno in Europa) può dare ancora soddisfazioni agli investitori, almeno nelle grandi città e nel segmento residenziale, cioè dei fabbricati destinati ad abitazione e non a ufficio o ad altri usi commerciali. A sostenerlo, in un report pubblicato nel mese di settembre, sono gli analisti di Generali Real Estate (GRE), società di gestione immobiliare con un patrimonio di 32,7 miliardi di euro, che fa parte del gruppo assicurativo Generali. Per arrivare a questa conclusione, gli esperti di GRE hanno messo insieme alcuni elementi che giocano a favore del mercato del mattone a uso abitativo. Innanzitutto, in Europa il settore immobiliare residenziale è stato a lungo penalizzato da rendimenti nettamente inferiori rispetto al segmento commerciale. Il calo costante dei rendimenti nei segmenti degli uffici e della logistica avvenuto negli ultimi anni, però, ha indubbiamente contribuito a risvegliare l’interesse tra gli investitori verso i fabbricati destinati ad abitazioni. Inoltre, non va dimenticato che si è verificato un mutamento di abitudini a causa dell’emergenza sanitaria.

"Il Covid-19 ha cambiato il nostro modo di lavorare, accelerando il trend di adozione dello smart working", hanno scritto nel report gli analisti di Generali Real Estate, sottolineando che, con la pandemia, il lavoro a distanza "è diventato la norma per milioni di lavoratori: secondo alcune stime, nell’Unione europea quasi il 40% ha iniziato a lavorare da casa a tempo pieno". Di conseguenza, oggi le famiglie trascorrono gran parte della giornata nella propria dimora e l’immobile a uso residenziale rivestirà un ruolo sempre più importante nei prossimi anni. Senza dimenticare, poi, un altro aspetto significativo: nonostante l’atteso aumento a breve termine dell’inflazione, i tassi d’interesse rimarranno probabilmente bassi a lungo e le condizioni dei mutui ipotecari sembrano destinate a restare interessanti ancora per po’, sostenendo la domanda e i prezzi residenziali. Se qualcuno pensa però che lo smart working porterà a uno spopolamento delle grandi città, si sbaglia di grosso.

Per gli analisti di Generali Real Estate valgono ancora le stime della Nazioni Unite, secondo cui nel 2050 ben il 68% della popolazione mondiale vivrà in un contesto urbano conto il al 55% di oggi. L’incremento riguarderà in gran parte Asia e Africa, ma anche in Europa la quota di popolazione urbana dovrebbe aumentare dal 74% all’84%, con una dinamica di urbanizzazione particolarmente sostenuta nell’Europa settentrionale. In generale, le grandi città europee tenderanno a evidenziare un aumento del numero di nuclei familiari (e quindi di abitazioni) superiore al ritmo di crescita nazionale, e questo le renderà particolarmente interessanti. "A livello europeo", hanno scritto ancora nel report gli esperti di GRE, "emergono ampie divergenze per quanto concerne le tipologie di conduzione, con i paesi dell’Europa meridionale che favoriscono la proprietà, mentre le controparti dell’Europa settentrionale sono chiaramente più orientate alla locazione. Anche in questo caso, la quota di conduttori nelle grandi città tende a superare le medie nazionali, in particolare in Germania e in Svizzera. La scelta tra affitto e acquisto dipende anche dalla legislazione nazionale e locale in materia di locazione, che nel Regno Unito, in Finlandia e in Norvegia è in genere considerata più favorevole ai proprietari".

I grandi centri urbani, insomma, conserveranno il loro appeal un po’ in tutto il Vecchio Continente. "Sebbene il collegamento tra luogo di residenza e posto di lavoro si sia ultimamente affievolito proprio a causa dello sviluppo accelerato dello smart working", sostiene il report di Generali Real Estate, "le grandi aree metropolitane e le città principali che sono in grado di attirare talenti e professionisti". Merito del fatto che ospitano ancora importanti poli occupazionali. Le "champion city" europee possono infatti vantare "infrastrutture" accademiche e tecnologiche, con università di primo livello e poli scientifici, oltre ad attività teatrali, spettacoli e istituzioni culturali di eccezione.

Infine, un aspetto evidenziato dagli studiosi di Generali Real Estate è la crescente importanza delle sostenibilità ambientale e sociale anche nel settore immobiliare. La bioedilizia e le case a emissioni zero stanno diventando infatti la nuova normalità, così come sta diventando sempre più rilevante il concetto di "Housing as a Service" (Haas), che vede lo spazio abitativo come servizio, per lavoratori, studenti e per chi ha esigenze residenziali di breve termine.