Mercoledì 24 Aprile 2024

La crisi non frena il mercato Boom di fusioni e acquisizioni

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LA CRISI ENERGETICA, l’inflazione galoppante e il clima di incertezza economica non hanno frenato la voglia degli imprenditori italiani di diventare grandi. Nel 2022, infatti, il mercato M&A ha chiuso con il segno più, sia in termini di numero di operazioni che di controvalore. Un mercato trainato, secondo l’annuale ricerca di Ernst & Young, dagli operatori di private equity, che hanno realizzato circa un deal su tre, e dai settori industriale, tech e consumer, con oltre la metà dei volumi. Nel 2022 in Italia sono state chiuse 971 transazioni, con un incremento del 31% rispetto alle 742 del 2021, per un controvalore di 89,4 miliardi (+11%). Numeri ancora più significativi se rapportati al quadro internazionale del settore che, secondo quanto riporta il Financial Times, vede il volume delle fusioni e acquisizioni nel 2022 in calo del 38% rispetto al 2021. "Si tratta di un dato per certi versi inaspettato – commenta Marco Daviddi (nella foto), strategy & transactions markets leader Europe West di EY – Scenario geopolitico, inflazione, costi energetici, tensioni nelle catene di fornitura e incremento del costo del denaro hanno inciso sul mercato, ma se inizialmente si è ritenuto che potessero determinare un freno in un contesto di incertezza, nella realtà, anche per effetto di una crescita del Pil tra le più solide in Europa, il mercato italiano ha mostrato grande lucidità ed efficacia".

I comparti industrials & chemicals (con il 24%), technology (16%) e consumer (16%) rappresentano i settori di riferimento del mercato per incidenza del numero di operazioni. Evidenziano un trend positivo rispetto al 2021 i comparti technology (+3%), infrastrutture (+2%) e business services (+1%); registrano invece un lieve calo rispetto all’anno precedente – seppure in crescita in termini assoluti – i settori industrials & chemicals (-3%) e consumer (-3%), maggiormente penalizzati dalla spinta inflattiva. Anche il settore energy ha visto complessivamente una leggera contrazione (-2%) rispetto allo scorso anno, con dinamiche contrapposte che vedono una rilevante crescita del segmento delle energie alternative e le difficoltà di quello più tradizionale dell’oil & gas. I fondi di private equity hanno continuato a essere molto attivi sul mercato italiano, confermando il loro ruolo fondamentale nel consolidamento e nello sviluppo delle aziende italiane. Nel corso del 2022 hanno completato 347 operazioni, per un controvalore di 62,4 miliardi, toccando un record storico. Cresce l’interesse per life sciences, tech e infrastrutture e costruzioni.

Il sistema Italia, dopo la crisi legata alla pandemia, "sembra aver effettivamente compreso come la leva M&A possa essere un efficace strumento per accelerare i processi di trasformazione aziendali e per acquisire competitività" sottolinea Daviddi. Per quanto riguarda il 2023, al netto di alcune incognite, ci sono importanti attese in particolare in ambito infrastrutture e life sciences. "La necessità di continuare a operare una veloce trasformazione dei modelli operativi e di business, all’insegna della revisione delle catene di fornitura, dei mercati target, dell’efficienza operativa e della definizione di nuove modalità di interazione con la clientela, continuerà a favorire una dinamica M&A solida – conclude Daviddi – In tale contesto appaiono rilevanti le scelte di finanza pubblica, la capacità di sostenere l’occupazione e il mantenimento di costi competitivi".