La corsa al rialzo dei rendimenti

di Davide

Biocchi

STIAMO assistendo a un rialzo ripido e molto rapido dei rendimenti dei bond (titoli di Stato). Dopo anni in cui i tassi di interesse sono stati irricevibili per gli investitori, tanto da spingere molti a trasferirsi armi e bagagli sulle ben più rischiose azioni, finalmente stiamo assistendo a un ritorno su valori interessanti. In realtà, non c’è però molto da festeggiare, perché questa crescita dei rendimenti copre solo parzialmente la perdita di potere d’acquisto, dovuta a un’inflazione che torna a mordere e si attesta ormai sopra il 10%. In realtà, un investitore attento dovrebbe evitare di fare confronti con l’inflazione puntuale (quella calcolata oggi per oggi) e affidarsi invece alle previsioni per il medio-lungo periodo, rispetto alle quali i rendimenti attuali offrono già un ritorno reale positivo. Tutto questo però non basta per spingere nuovamente il mercato ad acquistare bond con decisione, per cui il rendimento continua a salire.

Ci si domanda allora, perché dopo tante vacche magre non si punta con decisione su questa vacca grassa? Perché sono solo pochi a comprare questi rendimenti? Di seguito i motivi: 1) si percepisce che le banche centrali dovranno ulteriormente alzare i tassi, 2) si teme un’inflazione più persistente del previsto e tale da comportare una modifica delle previsioni di medio termine, 3) si aspetta che qualcun altro faccia la prima mossa. Per ora quindi nessuno si avventura con decisione ad acquistare, ritenendo tutti che ci sia ancora spazio per ottenere rendimenti migliori, che poi consentano un notevole tornaconto per anni. L’innesco potrebbe arrivare con l’affacciarsi di una recessione, che molti paventano, ma di cui non vi è ancora traccia, motivo per cui tutti sono in attesa senza intervenire, per evitare di rimanere incastrati, se dovessero capitare ulteriori discese.

Come in una gara di corsa, gli investitori sono quindi pronti sui blocchi di partenza, ma nessuno vuole partire per primo, perché nessuno vuole andare contro le politiche delle banche centrali, ormai considerate i veri attori forti dei mercati. Servirà così porsi in paziente attesa, per capire quando il momento sarà propizio, evitando le ‘partenze false’. Quando ciò avverrà si rivedranno tornare all’improvviso forti scambi di titoli, tali da creare il punto di svolta. Perché accada, serve che l’inflazione dia qualche segnale di resa e gli istituti centrali si facciano più accomodanti. Solo allora si tornerà a sorridere per il medio-lungo periodo.