La buona regola di investire sui figli

INVESTIRE SU E PER I FIGLI. Pensare fin da quando in famiglia arriva un bebè, al suo futuro e alle spese che si dovranno sostenere, a partire da quelle per l’istruzione, dopo i 18 anni è una buona regola di educazione finanziaria. Ma come si può investitore, da genitori o nonni, su figli e nipoti? Tra gli strumenti più diffusi che aiutano a creare un salvadanaio e possono essere un regalo per Natale o il compleanno, ci sono i Libretti di risparmio bancari e postali, i Buoni fruttiferi postali, i piani di accumulo e le polizze vita. I libretti di risparmio, da quelli postali tradizionalmente più diffusi ai prodotti simili offerti dalle banche, hanno bassi o addirittura assenti costi di gestione, educano al risparmio ma offrono modesti rendimenti.

Molto più remunerativi sono i Buoni fruttiferi postali dedicati ai minori che prevedono versamenti minimi (50 euro e multipli), una tassazione agevolata del 12,5%, l’esenzione dall’imposta di successione e nessun costo per la sottoscrizione e il rimborso. I Buoni postali per minori possono essere sottoscritti sia negli uffici sia online e anche tramite il Piano di risparmio Piccoli e Buoni: saranno emessi in forma dematerializzata, automaticamente e con la periodicità stabilita. Gli interessi maturano fino al compimento del 18° anno di età con un rendimento fisso che sale dall’1,50% lordo annuo dei primi tre anni al 3,50% degli ultimi tre (16, 17 e 18). Per puntare su rendimenti maggiori, ma accrescendo anche il rischio, si può invece optare per i piani di accumulo del capitale, in genere collegati a fondi di investimento con quote di azioni e obbligazioni. In questo caso la parte azionaria è quella che nel tempo può offrire i maggiori rendimenti grazie anche al vantaggio di versamenti graduali e periodici sia in fase di rialzo dei mercati sia, come adesso, di ribasso.

Infine, per investire sui figli e sulla loro sicurezza economica si può pensare a una polizza vita. In questo caso i costi di gestione sono più alti e i rendimenti più bassi ma essendo un prodotto assicurativo copre i figli da eventi che purtroppo potrebbero riguardare i genitori, dall’invalidità alla premorienza. Esistono poi polizze vita specifiche collegate al percorso di studi per incassare a 18 anni un capitale che servirà per le spese universitarie. La loro convenienza però dipende molto dai bonus collegati ai voti ottenuti dai figli all’esame di maturità. A. Pe.