Investitori preoccupati "Cercano più consulenza"

Che Banca!

Che Banca!

UNA CORRETTA DIVERSIFICAZIONE degli investimenti per strumenti finanziari (fondi, polizze, obbligazioni e azioni), timing e allocazione geografica ma anche un’attenzione ai depositi di liquidità tornati interessanti con il rialzo dei tassi e soprattutto la conferma, oggi più che mai, del ruolo fondamentale della consulenza con una rete di oltre mille professionisti tra advisor di filiale e consulenti finanziari. Con un rapporto con i clienti sempre più capillare a livello territoriale grazie a una strategia, controcorrente, di apertura di nuove filiali – dai 208 punti vendita attuali - con un focus particolare quest’anno sulla crescita in Emilia Romagna, ma non solo.

Dalla sua nascita, nel 2008, di strada ne ha fatta CheBanca! (Gruppo Mediobanca) restando da una parte fedele alle origini di istituto di credito snello e innovativo con efficienza di costo grazie a un modello fortemente digitalizzato, e dall’altra cambiando pelle per diventare una banca di gestione del risparmio e dei patrimoni, a partire dai clienti premier, e un partner per la crescita delle medie imprese. Una strategia che ha permesso a CheBanca!, anche con l’acquisizione nel 2016 delle attività in Italia di Barclays, di raddoppiare da 20 a quasi 40 miliardi la raccolta.

Ma quali sono le incognite rappresentate da questa fase difficile del contesto geopolitico ed economico? "Sebbene nelle ultime settimane sia arrivata un po’ più di positività, dall’andamento dei mercati alla frenata della corsa dell’inflazione negli Stati Uniti, non c’è dubbio, che lo scenario rimanga complesso e incerto, in particolare per il proseguimento del conflitto in Ucraina e la scelta Covid-free della Cina che sta provocando fermate produttive e carenze di approvvigionamenti per le aziende", risponde Lorenzo Bassani, direttore generale di CheBanca!.

Qual è il comportamento di clienti e investitori?

"Sono preoccupati e per questo cercano sempre di più la vicinanza dell’advisor e del consulente e rimane quindi essenziale poter contare anche su un luogo fisico nel quale questo contatto possa avvenire".

Per questo, in controtendenza rispetto alle banche che chiudono filiali, voi state aumentando i punti vendita?

"Siamo in un certo senso costretti a farlo perché stiamo crescendo tanto e perché sono fondamentali se vogliamo dare un luogo ai nostri professionisti – ormai oltre mille con un’ottantina di nuovi inserimenti l’anno (advisor e consulenti) destinati ad aumentare ancora – per incontrare clienti che in questo momento sentono più che in passato l’esigenza del contatto diretto anche sotto l’aspetto psicologico. Tutto questo avviene senza trascurare il Dna di una banca che fin dalle origini si è caratterizzata per i servizi innovativi e digitali, sia nei processi interni sia verso i clienti".

Quale strategia di investimento state consigliando ai clienti?

"Partendo dal vero valore aggiunto rappresentato dalla consulenza, non esiste una ricetta unica per tutti. Per chi era già investito dallo scorso anno, abbiamo suggerito un riposizionamento dei portafogli con una componente di protezione del capitale rappresentata dalla Ramo Primo, che rappresenta oggi un terzo delle nostre masse gestite e ha sofferto meno in questa fase di alta volatilità. Oltre a una diversificazione che ha visto anche l’attenzione verso per esempio le gestioni patrimoniali, abbiamo fatto cogliere ai clienti la riapertura del mercato obbligazionario in euro che ci ha permesso di proporre collocamenti obbligazionari a 3 anni con rendimenti al 4%".