Giovedì 18 Aprile 2024

Il non profit continua a crescere In Italia vale 84 miliardi

Migration

OLTRE 400mila enti, quasi 1,6 milioni di addetti, 6 milioni di volontari, valore della produzione che ha raggiunto nel 2022 gli 84 miliardi di euro e impatto reale che sfiora i 100 miliardi. Bastano i numeri a spiegare il contributo decisivo del non profit alla crescita dell’Italia, che si conferma un paese a forte vocazione solidale. La penisola, infatti, è sul podio nella classifica europea del volontariato, che coinvolge il 26% degli adulti. Meglio di noi solo la Germania (34%). Seguono Francia (24%), Gran Bretagna (23%) e Spagna (15%). Numeri contenuti nel rapporto ‘Sussidiarietà e… sviluppo sociale’, realizzato dalla Fondazione per la sussidiarietà in collaborazione con l‘Istat, secondo cui la partecipazione ad attività collettive, sociali e politiche contribuisce a migliorare la qualità della vita, facilita la ricerca di un lavoro e riduce il rischio di povertà. Lo studio mostra una forte correlazione positiva fra impegno sussidiario e occupazione. In particolare, la partecipazione a programmi di formazione continua favorisce l‘inserimento nel mondo del lavoro, a tutte le età (0,7 su una scala da 0 a 1). Un impatto positivo nella capacità di trovare lavoro deriva dalla partecipazione ad attività culturali fuori casa (0,89), dalla partecipazione sociale (0,88) e a organizzazioni non profit (0,7). Gli stessi fattori contribuiscono a ridurre il rischio di povertà e allontana il pericolo di non arrivare a fine mese con i propri redditi.

La sussidiarietà "contribuisce al benessere collettivo, può favorire l’occupazione, ridurre la povertà e affrontare il tema dei bassi salari – aggiunge il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone (nella foto a destra) – Il rapporto indica che le organizzazioni dei cittadini, ovvero i corpi intermedi organizzati, operano con efficienza e prestano la loro capacità organizzativa e il loro lavoro in nome dell’interesse generale e della solidarietà. Il volontariato e il terzo settore danno valore al nostro sistema. Una delle sfide più grandi sarà l’attuazione del disegno di legge per gli anziani non autosufficienti, dove il mondo del terzo settore sarà chiamato a prestare la sua attività e il suo ruolo sussidiario".

"La presenza di un privato sociale attivo e dinamico – commenta Giorgio Vittadini (nella foto a sinistra, sopra), presidente della Fondazione per la sussidiarietà – contribuisce ad attenuare le condizioni di disagio e favorisce l‘occupazione. Il terzo pilastro tra Stato e mercato, quello della comunità, gioca un ruolo chiave per lo sviluppo e va perciò valorizzato e sostenuto. La ricerca mostra che la sussidiarietà è il carburante che fa andare il motore di un sistema socio-economico". Le analisi condotte con gli strumenti della statistica "hanno messo in evidenza che esiste un nesso significativo fra la sussidiarietà e alcuni fenomeni socio-economici – spiega Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat – Nelle regioni in cui è più alto il tasso di sussidiarietà, infatti, aumenta anche il tasso di occupazione e viceversa. C’è quindi una dipendenza reciproca: l’impegno in attività sociali aiuta i singoli e la collettività a creare lavoro".

"Il lavoro di ricerca condotto per il rapporto – afferma Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo – mette in luce l’esistenza di un ecosistema di soggetti che costituiscono una vera e propria infrastruttura sociale fatta di legami. Grazie a questa infrastruttura diventano possibili dinamiche personali e collettive che generano opportunità per le persone e sviluppo per tutta la società. L’economia sociale non va quindi vista solo come un mezzo per arginare problemi, ma anche come una condizione necessaria per generare sviluppo".

La pandemia e le emergenze degli ultimi anni "hanno reso ancor più evidente il ruolo cruciale del terzo settore nell’ascoltare i bisogni di persone e territori e dare risposte tempestive, creare opportunità, cucire le ferite del tessuto socio-economico – dichiara Vanessa Pallucchi (nella foto a sinistra, sotto), portavoce del Forum Terzo Settore – Occorre però fare passi avanti sul piano del riconoscimento di questo ruolo e dare slancio all’amministrazione condivisa, attraverso la quale il terzo settore può trainare il Paese verso uno sviluppo sociale ed economico più inclusivo e sostenibile".

Il rapporto – conclude Guido Borsani, presidente della Fondazione Deloitte – racconta una società segnata da crescenti disuguaglianze socio-economiche. Al contempo, evidenzia la presenza di una molteplicità di attori consapevoli del proprio ruolo per lo sviluppo di una società più equa, ambientalmente e socialmente sostenibile: fra questi, gli attori del settore privato sono chiamati ad esercitare con sempre maggiore attenzione la propria responsabilità sociale. La collaborazione di tutte le parti sociali rappresenta l’elemento centrale attorno al quale costruire un nuovo modello di sviluppo".