Venerdì 19 Aprile 2024

Cbi dall’Open Banking all’Open Finance

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OPEN BANKING e open finance. Ecco due espressioni con cui gli addetti ai lavori definiscono il cambiamento radicale che sta vivendo da tempo il settore dei servizi bancari e finanziari, grazie all’innovazione tecnologica. Ne è ben consapevole Liliana Fratini Passi (nella foto a destra), direttore generale di Cbi, società che annovera oltre 400 banche e intermediari finanziari come soci e clienti. Cbi rappresenta nello specifico un hub per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dell’industria bancaria e finanziaria, al servizio delle imprese, dei cittadini e della pubblica amministrazione. Proprio per queste sue caratteristiche, la società diretta da Fratini Passi è impegnata nell’accelerare il passaggio all’open finance, partendo dall’open banking.

Con quest’ultima espressione, per chi non la conosce ancora, si intende una nuova modalità di erogare servizi bancari, che ha preso il via con l’ultima direttiva europea sui pagamenti (la PSD2 -Payment Services Directive 2). Grazie alla PSD-2, tutte le banche sono obbligate ad aprire a player esterni le proprie piattaforme tecnologiche (per esempio quelle per gestire i conti correnti online). Si crea così una maggiore concorrenza sul mercato, poiché i clienti di un una banca possono accedere più facilmente a prodotti di altri operatori terzi. Se in questo processo vengono coinvolti operatori finanziari non strettamente bancari (per esempio che offrono servizi di credito, d’investimento o assicurativi) si parla di open finance che è dunque un ampliamento del raggio di azione dell’open banking. "Sulla scia di questo processo", dice Fratini Passi, "siamo modellando nuovi servizi a valore aggiunto, oltre a investire ancora in innovazione e competenze digitali". Fanno parte di questo filone servizi offerti da Cbi come il Check Iban e il Check Iban cross border, che consentono di verificare in tempo reale le coordinate bancarie di una controparte anche al di fuori dell’Italia.

A questi si aggiungono altri servizi come il Name Check, che consente una verifica real time delle coordinate bancarie, partendo dal nome e dalla denominazione sociale di un soggetto anche quando non sono disponibili la partita iva o il codice fiscale. Altro esempio è il servizio Smart Onboarding, che aiuta i prestatori di servizi di pagamenti e di servizi aziendali a raccogliere informazioni sui clienti finali, previo il loro consenso. Nello specifico questo servizio, sviluppato da Cbi, consente di ottenere immediatamente determinate informazioni su un utente, fornite da quelle banche con cui lui intrattiene un rapporto di conto corrente (per esempio i dati anagrafici, l’email, l’indirizzo Pec o i recapiti telefonici). Inoltre è stato fatto un investimento da parte di Cbi sulla tecnologia cloud che oggi sta trasformando il settore tecnologico. Una nuova architettura informatica, CBI Hub Cloud, consentirà infatti il passaggio al cloud delle infrastrutture tecnologiche di Cbi che gestiscono oggi tutte le operazioni di pagamento e incasso multibanca tra le aziende italiane e verso la pubblica amministrazione (PA).