Sabato 20 Aprile 2024

I professionisti puntano sull’innovazione digitale

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INVESTONO nelle tecnologie digitali, cercano di innovare la loro attività ma sono pessimisti sul futuro. E’ la fotografia di tre categorie di professionisti italiani che offrono servizi alle imprese (avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro), scattata nei mesi scorsi dalla School of Management del Politecnico di Milano, che ha creato un vera e propria struttura ad hoc dedicata a questi temi: l’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale. Nel 2021, secondo l’Osservatorio, gli avvocati, i commercialisti e i consulenti del lavoro hanno investito complessivamente 1,76 miliardi di euro in tecnologie digitali, con un aumento del 3,8% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un dato positivo anche se, per la prima volta in dieci anni, l’incremento percentuale è inferiore a quello evidenziato dalle aziende (+4,1%). Questo perché, secondo gli analisti del Politecnico, c’è stata una sorta di reazione "tattica" alla pandemia. Tra i professionisti, soltanto i grandi studi (prevalentemente quelli del settore legale) hanno infatti elaborato una strategia in grado di innovare il business attraverso le tecnologie più evolute, mentre la maggior parte degli studi professionali presenta modelli di business statici, che hanno indirizzato gli investimenti in digitale verso le esigenze contingenti, come l’adozione dello smart working (cioè del lavoro da casa o a distanza).

"Anche la previsione per il 2022 – stimano gli analisti della School of Management del Politecnico – propone una cautela generalizzata, attestando gli investimenti in tecnologia sui livelli del 2021" (con un incremento nell’ordine di un frazionale 0,2%). Una forte differenza, però, si evidenzia considerando le dimensioni degli studi professionali. Tra le micro realtà, l’11% non ha investito nulla in information e communication technology (Ict) e solo l’1% ha destinato risorse economiche a questo tipo di spese superiori ai 10mila euro. Il quadro cambia tra gli studi medi e grandi, tra i quali soltanto il 3% ha dichiarato di non aver investito in tecnologia mentre quasi un quarto, cioè il 25%, ha investito una somma superiore a 10mila euro. Tra le diverse tipologie di studi, invece, quelli multi professionali (che includono figure lavorative diverse) spendono più degli altri per il digitale (in media 25.050 euro), una cifra in linea con il 2020; tra gli avvocati c’è stato invece un aumento degli investimenti pari al 2,9% (per una cifra media di 8.950 euro). In crescita anche la spesa tra i consulenti del lavoro del (+2,5%) mentre i commercialisti hanno visto scendere gli investimenti nell’information e communication technology del 5,4% (con una spesa media di 11.450 euro). Nonostante un atteggiamento sostanzialmente positivo verso l’innovazione, tra i professionisti italiani emerge una certa dose di sfiducia riguardo al futuro.

Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio, gli avvocati risultano i più pessimisti (69%), seguiti dai commercialisti (58%) e dai consulenti del lavoro (51%). Più positivi sono invece gli appartenenti agli studi multidisciplinari, tra i quali la quota di pessimisti scende sotto la maggioranza e si attesta sul 46% del totale. Anche la percentuale di chi invece si dichiara completamente ottimista sul futuro varia a seconda della tipologia di studi professionali. È al 42% tra consulenti del lavoro, al 40% tra gli studi multidisciplinari, attorno al 29-30% tra i commercialisti e gli avvocati. I professionisti hanno destinato gli investimenti in tecnologia soprattutto per la fattura elettronica (86%), i sistemi di gestione delle videochiamate (75%), le piattaforme di didattica a distanza (48%), la conservazione digitale dei documenti (42%).