Martedì 16 Aprile 2024

I MERCATI RALLENTANO MA LA CRESCITA CONTINUA

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DOPO la lunga corsa fino ai massimi di questa estate i mercati sembrano voler riprendere fiato. È una pausa di correzione o un cambio di trend?

"Le attività più rischiose, dopo lo scoppio della crisi pandemica nel marzo 2020, hanno inanellato rialzi significativi che hanno portato i mercati azionari ed obbligazionari a trattare su valori storicamente molto elevati – risponde Grazia Orlandini, responsabile Investimenti del Gruppo Bper Banca –. Riteniamo quindi che una fase di correzione e consolidamento sia fisiologica in questi contesti di alte valutazioni, soprattutto alla luce di alcuni elementi di incertezza che sono emersi dopo l’estate. Non pensiamo tuttavia che vi siano, allo stato attuale, elementi per pensare a un cambio di rotta significativo: la domanda per consumi e investimenti infatti si mantiene forte".

Quali sono gli elementi di incertezza?

"Ci troviamo in un contesto nuovo dove la domanda fa la sua parte (spesso è anzi su traiettorie superiori a quelle di fine 2019), ma rimane a forte rischio l’offerta: i rialzi delle materie prime industriali, del costo dei noli, oltre che la continua presenza di strozzature nelle catene produttive, hanno sicuramente un impatto sui prezzi alla produzione e, quindi, sull’inflazione. Pensiamo comunque che la situazione complessiva sia ancora improntata alla crescita. Le principali banche centrali si apprestano a ridurre, con tempistiche diverse, il ritmo di sostegno alla liquidità presente nei sistemi economici, che rimane comunque abbondante. Al momento, tuttavia, non vi è l’intenzione da parte loro di agire sull’aumento dei tassi, se non negli Stati Uniti ma solo dalla seconda parte del prossimo anno. Per contro, vediamo che i governi sono ancora intenzionati a supportare la crescita con politiche di spesa espansive".

In questa fase è auspicabile una revisione dei portafogli riducendo il rischio?

"Il ritorno della volatilità attesa ci impone di mantenere una visione di medio termine. Con crescita e inflazione, i timori sono sulla componente tassi e non su quella azionaria. Dunque, in linea con le nostre attese di prosecuzione della ripresa economica, valutiamo eventuali correzioni come opportunità per accumulare esposizione sugli attivi più rischiosi. Nell’ottica di un risparmiatore, invece, rimaniamo convinti che un portafoglio ben diversificato debba essere costruito con veri e propri piani di accumulo: in questo modo, infatti, si evita il rischio del market timing, mediando i prezzi di carico degli investimenti. Un approccio che ha sempre prodotto buoni risultati nel tempo".

Che peso andrebbe dato ai bond in rapporto alle azioni?

"Nell’ambito di una opportuna diversificazione di portafoglio, la componente obbligazionaria mantiene ancora una caratteristica di "protezione" del capitale investito. Tuttavia, gli attuali livelli dei rendimenti offerti e il rischio di un aumento dei tassi di interesse fanno sì che anche l’investimento in titoli a reddito fisso sia soggetto a particolari attenzioni. Piuttosto che intervenire sul peso all’interno dei portafogli, infatti, preferiamo ora una maggiore esposizione alle obbligazioni con scadenze più brevi oltre all’utilizzo di strumenti in grado di coprire, almeno in parte, il rischio di inflazione, ovvero le obbligazioni indicizzate".

Quale diversificazione attuate sui mercati?

"In ambito azionario, riteniamo attualmente più attraenti le prospettive dei mercati sviluppati caratterizzati da una dinamica della redditività superiore a quella delle aree emergenti. In ambito obbligazionario, in un’ottica di ricerca di extra-rendimento, consideriamo selettivamente alcuni mercati emergenti".