Giovedì 18 Aprile 2024

Fondi obbligazionari a picco Pesa l’aumento dei tassi

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PIÙ DI 15 MILIARDI in appena 6 mesi. È il saldo negativo semestrale registrato in Italia dalla raccolta netta dei fondi che investono in obbligazioni e che oggi hanno perso gran parte del loro appeal tra gli investitori di tutta la Penisola, ma anche tra i consulenti finanziari o i private banker che gestiscono i loro portafogli. Tra gennaio e fine giugno, secondo i dati di Assogestioni, molti risparmiatori hanno alleggerito notevolmente le posizioni assunte in precedenza sui fondi obbligazionari. E lo hanno fatto per una ragione ben precisa. Dopo aver garantito per molto tempo rendimenti stabili a chi li acquistava, anche i fondi obbligazionari hanno perso il loro profilo rassicurante. Colpa del recente aumento dei tassi d’interesse che, come sempre avviene in circostanze analoghe, ha provocato una svalutazione delle obbligazioni presenti nei portafogli dei fondi. Quando i tassi cominciano a salire, infatti, i bond già emessi sul mercato perdono attrattività tra gli investitori, poiché pagano interessi più bassi rispetto ai titoli di nuova emissione. E così, le obbligazioni si deprezzano sul mercato e i fondi che le hanno nel portafoglio registrano dei rendimenti negativi.

Non a caso, secondo i dati di Morningstar (società specializzata nelle analisi sul settore del risparmio gestito), ci sono alcune categorie di fondi obbligazionari che hanno collezionato perdite a due cifre. Quelli che investono in bond dell’area euro con scadenza a medio e lungo termine, per esempio, presentano un rendimento medio negativo di oltre il 27% in un anno (dati aggiornati al 7 settembre). Più contenute, anche se non trascurabili, le perdite dei fondi obbligazionari globali (-8,9% in un anno). Persino i prodotti che investono i bond di breve scadenza, normalmente utilizzati per parcheggiare la liquidità senza rischi, hanno registrato in media una performance negativa di oltre il 4% nell’ultimo anno. Di fronte a queste cifre, non è dunque difficile capire il perché molti investitori e consulenti finanziari abbiano voltato le spalle ai bond e ai fondi che investono nel settore obbligazionario.

"Siamo passati da un regime deflazionistico a uno inflazionistico e per i mercati obbligazionari questo non è il miglior scenario", ha scritto in una delle sue ultime newsletter Salvatore Gaziano (nella foto a sinistra), titolare della società di consulenza finanziaria indipendente SoldiExpert. "Dall’ inizio dell’anno, in tutto il mondo, il mercato obbligazionario ha visto i prezzi dei bond scendere anche a 2 cifre", continua Gaziano, che aggiunge: "Per la prima volta da quando è stato lanciato nel 1990, l’indice dei titoli di Stato e delle obbligazioni societarie globali di buona qualità curato da Bloomberg ha perso ben il 20% rispetto al picco toccato un anno e mezzo fa". Il fondatore di SoldiExpert invita dunque a muoversi con cautela anche se, dopo il deprezzamento dei mesi scorsi, gli interessi di molti titoli di stato e obbligazioni possono apparire ben più allettanti di prima. I Buoni del Tesoro Poliennali (Btp), per esempio, hanno toccato un rendimento attorno al 4%.

Nel primo semestre dell’anno, durante la fuga dai fondi obbligazionari, molti risparmiatori italiani hanno invece preferito assumere posizioni sui fondi azionari, nella speranza di raccogliere poi i frutti quando vi sarà una ripresa delle borse. Tra gennaio e fine giugno, infatti, la raccolta dei prodotti del risparmio gestito azionari è risultata positiva per oltre 15 miliardi di euro, una cifra speculare a quella negativa dei fondi che investono in bond.