Mercoledì 24 Aprile 2024

Crediti tributari: un tesoretto per finanziarsi

CIRCA 26MILA imprese che vantano in media 500mila euro ciascuna di crediti tributari, cioè aspettano dal fisco di ricevere un rimborso in denaro. È un "tesoretto" di grande portata che, per le stesse aziende, può rappresentare un prezioso serbatoio di risorse, se questi crediti vengono ceduti a una banca o a un istituto finanziario che eroga in cambio un po’ di liquidità. Lo sa bene Christian Dominici (nella foto in alto), titolare per molti anni di uno studio tributario a Milano, da cui è nata la Christian Dominici spa, società di mediazione creditizia creata con lo scopo di agevolare l’accesso piccole, medie e grandi aziende del nostro Paese. "Negli ultimi anni, con la crisi economica generata dalla pandemia del Covid-19" – dice Dominici –, molte imprese italiane hanno avuto la necessità di indebitarsi". Ora, però, si fa sempre più pressante la necessità per le imprese di non fare nuovi debiti ma di ricorrere a tutti gli strumenti disponibili per dotarsi di liquidità. Tra questi, c’è appunto la cessione dei crediti tributari, in primis dell’Iva o dell’Ires ma anche quelli di altro genere come i crediti legati ai bonus edilizi.

"Ogni anno esaminiamo oltre 1,1 miliardi di crediti Iva e Ires e le banche nostre clienti ne acquisiscono una media circa 400 milioni di euro ogni 12 mesi", continua Dominici, che aggiunge: "con questi numeri, possiamo dire di essere in Italia i leader indiscussi nella gestione di tale asset class". Il professionista milanese ricorda che la sua società ha gestito nel tempo crediti Iva di vario genere: sia di piccolo taglio per appena 20mila euro, sia per somme ben più consistenti fino a oltre 108 milioni di euro, di pertinenza ovviamente di aziende medio-grandi. Il mercato che ruota attorno a queste attività ha una struttura articolata: ci sono 150 grandi cedenti, cioè aziende che ogni anno smobilizzano crediti tributari per importi compresi tra 5 e 30 milioni di euro. Ci sono poi 1.800 cedenti "medi", cioè che ottengono risorse liquide trasferendo crediti tributari di importo compreso tra 1 e 5 milioni di euro. Infine c’è il già citato universo di circa 26mila imprese che hanno iscritto a bilancio crediti tributari pari in media a 500 mila euro cadauna. Per questa tipologia di aziende, esistono oggi grandi opportunità di migliorare la generazione di cassa e anche di rendere più virtuoso il rapporto con il mondo bancario. "In questa fase storica l’accesso al credito è particolarmente difficile", dice Dominici, per tutta una serie di motivi: oltre agli effetti della crisi economica, infatti, non va dimenticato che le regole di Basilea impongono alle banche determinati requisiti patrimoniali e fissano dei vincoli nella concessione di prestiti e finanziamenti alla clientela. In tale scenario, mentre le grandi aziende sono per loro natura più strutturate e dotate di rating creditizi più elevati, le pmi) spesso mancano di adeguata assistenza e di opportuni supporti documentali. Per relazionarsi con la propria clientela la Christian Dominici spa adotta un approccio "fintech", cioè basato sull’utilizzo delle nuove tecnologie digitali. A questo proposito, è stato creato un sito web ad hoc (Sosiva.it) dove le aziende possono ottenere una pre-valutazione gratuita del loro credito. La cessione dei crediti tributari non è però l’unico ambito in cui si concretizza l’operatività della Christian Dominici spa. Oltre ai servizi di factoring e reverse factoring, che consentono alle imprese di avere liquidità con l’anticipo delle fatture emesse ai clienti, ci sono forme di finanziamento a medio e lungo termine e i finanziamenti per l’internazionalizzazione alle pmi.