Giovedì 18 Aprile 2024

"Crediti tributari, un serbatoio di risorse"

TASSI PIÙ ALTI e garanzie meno facili da ottenere. Sono i due fattori con cui devono confrontarsi oggi le aziende italiane che vogliono accedere al credito, mentre purtroppo l’economia rallenta e l’inflazione si mantiene su livelli che non si vedevano da decenni. Come sa bene chi segue le cronache finanziarie, le banche centrali hanno attuato (o hanno annunciato) diverse manovre di rialzo del costo del denaro. Intanto, dopo due anni di pandemia, stanno per venir meno i sostegni approvati dal governo (dal 2020 in poi) a favore delle imprese bisognose di liquidità, con le garanzie del Mediocredito Centrale. Fatte queste premesse, emerge la necessità per molte aziende di non fare nuovi debiti ma di usare piuttosto al meglio le risorse finanziarie che già hanno a disposizione. Non va dimenticato, infatti, che in Italia ci sono circa 26mila imprese che vantano ciascuna crediti tributari verso il fisco per un importo medio di 500mila euro.

Ne è ben consapevole Christian Dominici, titolare per molti anni di un omonimo studio tributario a Milano, da cui è nata poi la Christian Dominici spa, società di mediazione creditizia creata con lo scopo di agevolare l’accesso al credito delle piccole, medie e grandi aziende italiane. "I crediti tributari rappresentano un potenziale serbatoio di risorse di grande portata – dice Dominici – quando vengono ceduti a una banca o a un istituto finanziario che eroga in cambio un po’ di liquidità". I futuri rimborsi dell’Iva o dell’Ires oppure i crediti derivanti dai bonus edilizi possono essere dunque anticipati da un istituto finanziario, dando respiro ai conti dell’azienda. A ben guardare, per questo tipo di attività esiste già un mercato di dimensioni tutt’altro che trascurabili. La realtà fondata da Dominici, per esempio, esamina ogni anno oltre 1,1 miliardi di euro di crediti Iva e Ires di cui mediamente circa 400 milioni di euro vengono poi acquisiti dalle banche-clienti. Il mercato ha dimensioni piuttosto variegate. Ci sono decine di aziende che smobilizzano ogni anno crediti tributari per un valore compreso tra 5 e 30 milioni. A queste si aggiungono centinaia di cedenti di medie dimensioni che trasferiscono invece crediti tributari tra 1 e 5 milioni. Infine, c’è il vasto esercito di p mi che vantano verso il fisco crediti per importi medi di 500mila euro. "Per relazionarci con i nostri clienti facciamo ampio uso delle nuove tecnologie digitali" dice Dominici, che ricorda di aver creato il sito web Sosiva.it, dove è possibile per le aziende avere una valutazione preliminare e gratuita del loro credito. "Il nostro è un portale fintech – aggiunge ancora Dominici – attraverso il quale siamo operativi su tutte le tipologie di crediti tributari che possono essere ceduti direttamente tramite la piattaforma telematica dell’agenzia delle Entrate: lo smobilizzo del Tax Credit vacanze per gli operatori del settore turismo, la cessione del Credito SuperAce 2021, senza dimenticare un servizio importantissimo, legato purtroppo all’attuale congiuntura economica: lo smobilizzo dei crediti d’imposta concessi dal governo per i rincari energetici". Il denominatore comune è "rafforzare le piccole e medie imprese – conclude il professionista milanese – con le risorse che hanno già, senza aumentare l’esposizione bancaria. Oggi, infatti, l’accesso al credito si fa via via più difficile, non soltanto per il rallentamento dell’economia e l’aumento dei tassi ma anche perché le regole di Basilea impongono alle banche determinati requisiti patrimoniali e fissano dei vincoli nella concessione di prestiti".