"Cedere il credito d’imposta: nuove regole, più vantaggi"

TRA CRISI ECONOMICA e regole di Basilea l’accesso al credito per le aziende può diventare una corsa ad ostacoli. Esiste la possibilità di ricorrere a strumenti alternativi per ottenere la liquidità come la cessione dei crediti tributari. Una strada percorribile anche attraverso lo sconto fiscale riservato alle aziende per sostenere le spese per l’acquisto della componente energia. "Ma attenzione: il credito d’imposta deve essere utilizzato dalle aziende entro il 31 dicembre di quest’anno. Tuttavia non tutti hanno capienza negli F24 per sfruttarlo al fine di pagare le tasse. La legge però dà la possibilità di cedere il credito tributario agli istituti bancari e ottenere liquidità. Noi siamo già attivi su questo fronte, soprattutto a favore di piccole e medie aziende" spiega Christian Dominici (nella foto), 49 anni, a capo del Gruppo omonimo che da 20 anni è leader nell’asset class crediti tributari ed advisor delle principali banche italiane, con un fatturato annuo attorno ai 7 milioni di euro e circa 500 clienti. L’hub operativo a Milano ha una quindicina di collaboratori, età media 30 anni.

"Il credito d’imposta è un “tesoretto“ che può rappresentare un serbatoio di risorse, se ceduto a una banca o a un istituto finanziario che eroga in cambio liquidità" sottolinea Dominici. Peraltro con il Decreto Aiuti Ter il governo Draghi ha rafforzato il credito di imposta per le imprese, sia nella percentuale di sconto che nella platea delle beneficiarie. Salgono dal 25% al 40% i crediti d’imposta per le imprese energivore: copriranno i costi di ottobre e novembre se superiori al 30% rispetto ai consumi sostenuti nel 2019. Ed è prevista anche l’estensione del credito d’imposta per le imprese più piccole con un contratto luce-gas inferiore ai 16kilowatt (ma superiore a 4,5 kilowatt). Per queste attività (la misura include anche gli esercenti) raddoppia l’aliquota: lo sconto sarà del 30% della spesa sostenuta per l’acquisto di energia dei mesi di ottobre e novembre (superiore al 30% del prezzo medio riferito allo stesso periodo 2019).

Non solo. "Tra i crediti tributari sono inclusi l’Iva o l’Ires, i crediti legati ai bonus edilizi, il Tax Credit vacanze per gli operatori del settore turismo. Ogni anno esaminiamo oltre 1,1 miliardi di crediti Iva e Ires e le banche nostre clienti ne acquisiscono circa 400 milioni di euro ogni 12 mesi. Abbiamo gestito nel tempo crediti Iva di vario genere: sia di piccolo taglio per appena 20mila euro, sia per somme ben più consistenti fino a oltre 108 milioni di euro, di pertinenza di aziende medio-grandi" sottolinea Dominici. Nel mercato operano 150 grandi cedenti, cioè aziende che ogni anno smobilizzano crediti tributari per importi compresi tra 5 e 30 milioni di euro. Ci sono poi 1.800 cedenti "medi", cioè che ottengono risorse liquide trasferendo crediti tributari di importo compreso tra 1 e 5 milioni di euro. E un universo di circa 26mila imprese che hanno iscritto a bilancio crediti tributari pari in media a 500 mila euro ciascuna. "Ma le aziende piccole che non hanno un rapporto consistente con gli istituti bancari possono incorrere in qualche difficoltà. Ecco perché è importante ricorrere alla mediazione creditizia". Lo studio di Dominici associa un approccio fintech basato su nuove tecnologie digitali al servizio di consulenti in carne ed ossa. "Sul portale www.SosIva.it le aziende possono ottenere una pre-valutazione online del loro credito. Il rapporto con il cliente è basato su una relazione sempre più stretta per studiare le soluzioni più adatte. I tempi sono veloci: la due diligence può durare una decina di giorni, dopo la firma del contratto di cessione a titolo definitivo la somma pattuita viene erogata il giorno dopo. Ed essendo il credito ceduto dal cassetto fiscale della società non necessita nemmeno dell’atto notarile. E senza fare debito" conclude Dominici.