Bper, la rete s’allarga "Ma al centro restano i bisogni del cliente"

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GIUSEPPE SIBILLA (nella foto), classe 1963, lavora in banca dal lontano 1989. E delle banche conosce tutto, avendo vissuto in prima persona i grandi cambiamenti che, negli ultimi 30 anni, sono stati di capaci di modificare nel profondo il settore creditizio e finanziario, grazie soprattutto all’avvento delle nuove tecnologie digitali. Da poche settimane, Sibilla è responsabile della rete commerciale che sovrintende alle attività delle Direzioni Territoriali del di Bper Banca, un gruppo in cui il manager ha svolto tutta la sua carriera, ricoprendo nel tempo diversi incarichi dirigenziali. Ora, per lui c’è una nuova sfida all’orizzonte: portare a regime una rete che in poco tempo è cresciuta a ritmi sostenuti, inglobando quelle di altri istituti. L’ultima, in ordine di tempo, è stata Banca Carige, entrata lo scorso anno nell’orbita del Gruppo Bper.

Dottor Sibilla, non si può certo dire che la sfida non sia impegnativa...

"Certamente, ma vorrei ricordare che l’acquisizione su Banca Carige è soltanto l’ultimo passo di un percorso iniziato in precedenza. Oggi possiamo dire che Bper ha assunto una nuova dimensione rispetto al passato recente. Negli ultimi 2-3 anni abbiamo infatti raddoppiato la nostra presenza sul territorio e ampliato notevolmente il numero di persone che lavorano per noi. Prima c’è stata l’acquisizione di Unipol Banca, poi abbiamo rilevato ben 620 sportelli che appartenevano al gruppo Ubi. Infine, è arrivata la già citata operazione su Carige. Le do qualche numero che definisce questo percorso di crescita: oggi serviamo 5 milioni di clienti e siamo di fatto tra i primi gruppi bancari italiani per attivi. Abbiamo però fatto questo percorso cercando sempre di mantenere ben salde le nostre radici".

In che senso?

"Intendo dire che, anche quando crescevamo, abbiamo sempre cercato di mantenere la nostra logica e il nostro metodo di lavoro che si basa sull’attenzione al cliente, sul mettere al centro i suoi bisogni. Glielo spiego con un esempio concreto: giusto negli ultimi mesi, abbiamo stanziato un plafond di circa 10 miliardi di euro, 8 miliardi per le imprese e 2 miliardi ai privati, per far fronte all’emergenza finanziaria creatasi con l’aumento del costo delle materie prime".

Unipol Banca, gli sportelli di Ubi, Carige: inglobare realtà già esistenti e con una storia alle spalle è sempre un’operazione delicata. Non trova?

"Posso dire con soddisfazione che non abbiamo incontrato grandi problemi in nessuna di queste operazioni. Certo, alcune nostre divisioni, in primis quella che si occupa di information technology (IT),sono state chiamate a un impegno notevole. Tuttavia, siamo stati capaci di superare abbastanza agevolmente e velocemente qualunque criticità si sia manifestata. Ora vogliamo impegnarci per creare un modello commerciale omogeneo da Nord a Sud e per aumentare la nostra quota di mercato".

Anche con Banca Carige?

"Con l’operazione in Banca Carige ci siamo dotati di una nuova direzione territoriale, quella della Liguria, che ha una struttura molto importante per il nostro gruppo, con 20 miliardi di euro lordi di prodotti bancari, 143 sportelli e un migliaio di colleghi. In quest’area geografica vogliamo crescere e riconquistare le quote di mercato che lo stesso gruppo Carige, per vari motivi, aveva perso negli ultimi anni".

Su quali prodotti e servizi punterete di più?

"Copriamo ad ampio raggio le esigenze dei clienti grazie innanzitutto alle società partner di altissimo livello che lavorano al nostro fianco. Nel risparmio gestito cito per esempio Arca Fondi mentre nel settore assicurativo è noto il nostro legame con Unipol, un nome che non ha certo bisogno di presentazioni e che ci affianca nei servizi di bancassicurazione, su cui oggi puntiamo molto. Per i servizi di pagamento abbiamo poi un altro partner di rilievo come Nexi. Senza dimenticare, infine, le nostre società prodotto come Bibanca, per i servizi di monetica e di credito al consumo. Un altro aspetto su cui ci stiamo concentrando è lo sviluppo dei servizi digitali, per i quali seguiamo una logica ben definita".

Quale?

"Siamo fortemente convinti che il digitale debba essere complementare rispetto alla presenza fisica sul territorio rappresentata dalle filiali. I due canali non devono sovrapporsi ma supportarsi a vicenda, mettendo in atto le giuste sinergie".