Giovedì 18 Aprile 2024

"Banca Mps a fianco delle locomotive dell’export"

Mario De Luca, capo della struttura Estero di Banca Mps

Mario De Luca, capo della struttura Estero di Banca Mps

MARIO DE LUCA, capo della struttura Estero di Banca Mps, che fa capo alla direzione Chief Commercial Officer, con 5 uffici per ognuna delle aree territoriali della banca, con uno staff di 88 addetti commerciali e 243 addetti operativi estero sul territorio nazionale, mette l’accento sulla vocazione ai mercati internazionali che è un fattore genetico per Rocca Salimbeni. "Nonostante le ristrutturazioni il Monte – sottolinea De Luca – ha la terza rete all’estero più grande tra le banche italiane, dopo UniCredit e Intesa Sanpaolo. La nostra mission internazionale è servire la clientela italiana, andare nei mercati dove vanno le imprese. E il nostro target resta quello delle piccole e medie aziende, che coprono una bella fetta dell’export tricolore".

Prima il gruppo Mps aveva diverse banche all’estero. Ora qual è il tipo di presidio?

"Conserviamo otto uffici di rappresentanza: in Cina siamo a Pechino, oltre alla filiale di Shanghai, in India a Mumbai, poi al Cairo, a Tunisi, a Casablanca, Algeri, Istanbul e Mosca. Per il mercato in Algeria siamo l’unica banca italiana ad avere rappresentanza, gli uffici del Cairo e Algeri servono tutto il Corno d’Africa, Casablanca copre la parte occidentale del Continente. Così come Mosca è ufficio di riferimento per tutte le repubbliche ex sovietiche, e Istanbul segue il Medio Oriente".

La copertura geografica è limitata agli uffici di rappresentanza?

"Ovviamente no. L’ufficio di correspondent banking della mia struttura ha stipulato accordi con diverse banche internazionali, degli Stati Uniti, dell’Estremo Oriente, dell’Oceania, del Sud America, grazie ai quali serviamo la clientela con rapporti bancari, finanziari e assicurativi focalizzati per le imprese che hanno operatività in questi mercati. Parlando ad esempio del mercato USA, nell’era della digitalizzazione dove tutto il mondo è connesso, riteniamo più strategico avere accordi di collaborazione con le banche più importanti del Paese, piuttosto che avere una filiale fisica a New York. In Europa vige lo stesso concetto. Abbiamo ancora una banca francese in procedura di cessione in base a quanto previsto dalle Autorità Europee. La schematizzazione dei sistemi di pagamenti europei, inoltre, ha fatto sì che il lavoro del comparto estero sia diventato più domestico, con rapporti enormemente facilitati. Le esigenze di presenza per la clientela in Europa sono diminuite, sono aumentate quelle per le aree extra Ue"

Oltre alle strutture fisiche come si è evoluta la vocazione internazionale di Banca Mps?

"In un periodo in cui il valore dell’export italiano si avvicina alla quota record di 500 miliardi di euro, quasi il 30% del Pil del Paese, dobbiamo essere più vicini ai clienti all’estero. L’imprenditore si assume il rischio tecnico, quello legato all’attività di impresa; i rischi commerciali e finanziari toccano a banche e assicurazioni. Banca Mps è in grado di fornire alle imprese esportatrici e importatrici la copertura a 360 gradi dei loro bisogni, servizi bancari e assicurativi focalizzati, grazie alla ottima partnership con Sace. Ricorriamo frequentemente alle garanzie fornite da Sace e al supporto finanziario di Cassa Depositi e Prestiti. Come numero di pratiche Mps è un player di riferimento per Sace Simest".

Qual è il target della clientela per la divisione Estero di Banca Mps?

"Il Business Imprese e Private Banking a cui fa capo la Struttura Estero fa da coordinamento a 5 uffici nelle aree territoriali di riferimento della banca che replicano la struttura commerciale ed esecutiva, per avvicinarsi alle esigenze delle imprese. I nostri clienti sono gli esportatori, le piccole e medie imprese che hanno conquistato all’estero fette di mercato. Sono i ’campioni nascosti’ dell’economia italiana, non i grandi player che spesso hanno sedi all’estero. Banca Mps è al fianco dell’imprenditore non strutturato. Vuole prendere per mano le piccole e medie aziende che, soprattutto nel periodo Covid, hanno bisogno di assistenza e di una guida per cercare sbocchi nei mercati di altri Paesi, avendo garanzie solide di riuscita".

In questa fase le imprese che vendono all’estero sono anche i clienti più affidabili...

"Ci sono opportunità più ampie rispetto alle aziende che hanno solo mercati domestici. La curva di sviluppo di diversi Paesi esteri è più alta, la popolazione è più giovane. Per questo la vocazione all’export è la carta vincente per aumentare i fatturati e allargare i mercati. La banca deve supportare la capacità delle aziende, assisterle per consentire buoni affari".

Non ci sono più rischi creditizi?

"Al contrario. La qualità del credito erogato agli esportatori comporta mote meno probabilità di tensioni finanziarie, meno rischi di deterioramento rispetto a chi ha mercati domestici. Le probabilità di insolvenza o di ritardi di pagamento nelle vendite all’estero sono nettamente inferiori. La Banca e le assicurazioni forniscono un quadro di sicurezze che attenua fortemente il rischio commerciale".

La struttura Estero di Banca Mps quale obiettivo si è prefissata?

"Tutti gli anni dobbiamo registrare una crescita dei volumi e degli affari. Anche nello sciagurato 2020, l’anno della pandemia, malgrado il calo del 15% dell’export italiano, Banca Mps è cresciuta come volume d’affari all’estero. La sommatoria della crescita nel biennio 2020-2021 è a doppia cifra. Il merito va alle imprese italiane, al loro segreto principale. Ovvero la flessibilità e la capacità di adattare i prodotti alle esigenze dei mercati all’estero, aderendo alle caratteristiche dei vari Paesi. Mentre le imprese tedesche sfruttano le economie di scala del sistema Germania, le aziende italiane si sono forgiate al ’tailor made’, al prodotto su misura del cliente. E noi andiamo dietro gli imprenditori, fornendo loro pacchetti finanziari e assicurativi per agevolare le loro vendite all’estero".