Martedì 23 Aprile 2024

BANCA MEDIOLANUM E AMAZON: LA SFIDA DEI NUOVI MODELLI

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COS’HANNO in comune una società del settore finanziario e del risparmio come Banca Mediolanum e un colosso del commercio elettronico come Amazon? A prima vista ben poco ma, a ben guardare, pur nella diversità dei loro business, ci sono molti elementi che le accomunano. Entrambe hanno portato nuovi modi di fare impresa nei settori in cui operano, sfidando le logiche dei player più tradizionali. Amazon ha rivoluzionato il commercio grazie alle visioni del fondatore Jeff Bezos. Banca Mediolanum ha rivoluzionato il modo di fare banca, per volontà di un altro visionario: Ennio Doris "che già nel lontano 1982 capì la necessità di creare qualcosa che non c’era ancora sul mercato dei servizi finanziari", dice Edoardo Fontana Rava, direttore sviluppo prodotti e modello di business di Banca Mediolanum, che la scorsa settimana ha partecipato a Milano all’ edizione 2021 di Wobi, il World Business Forum. In occasione di Wobi, Fontana Rava ha preso parte a un talk di confronto con Mariangela Marseglia, vice president e country Manager di Amazon Italia e Spagna. Durante l’incontro, i due manager hanno analizzato i fattori che hanno determinato il successo di Banca Mediolanum e di Amazon. Se con i lockdown molti hanno scoperto l’utilità del commercio elettronico, anche nel settore finanziario è aumentata la consapevolezza di quanto sia vincente un modello innovativo di servizio.

"La pandemia ha obbligato i cittadini a trovare modalità differenti rispetto a quelle a cui erano abituati, per interagire con la propria banca", ha aggiunto Fontana Rava, sottolineando che nel 2020 vi è stata "una crescita della quota di mercato delle reti di consulenza finanziaria a scapito delle banche più tradizionali". Durante l’incontro a Wobi, i due manager hanno affrontato anche altri temi come la valorizzazione dei talenti e dei giovani, oltre alla riduzione del gender gap: "Generation e gender gap sono temi importantissimi – ha detto Fontana Rava – il settore finanziario è storicamente molto maschile e quindi partiamo da una dimensione culturale che ha più strada da fare. Come azienda sugli oltre 3 mila dipendenti siamo quasi al 50% di percentuale tra uomini e donne, ma non per questo abbiamo completato il percorso perché non è detto che ci sia equilibrio nei ruoli e nelle funzioni".

a. t.