Giovedì 18 Aprile 2024

Investimenti, occupazione e filiera agricola I tre pilastri del progetto ‘Lidl per l’Italia’

L’impegno del colosso della grande distribuzione

È purtroppo noto come il Covid-19 abbia avuto e stia avendo un impatto notevole su tutta l’economia del Paese e anche il settore della grande distribuzione organizzata, nonostante sia stato uno dei pochi sempre operativi, ha subito, soprattutto nelle primissime settimane di pandemia, uno ‘stress-test’ che ha messo a dura prova tutti gli operatori. Sono ancora fresche nella memoria le immagini delle code fuori dai supermercati, degli scaffali vuoti e della corsa alle scorte. Proprio in quei momenti di difficoltà, tutta la categoria ha fatto uno sforzo enorme per continuare a fornire un servizio essenziale e, per farlo in sicurezza sia per i dipendenti sia per i clienti, ha dovuto dotarsi in brevissimo tempo di mascherine e gel igienizzanti (allora introvabili), montare i plexiglass alle casse e contingentare gli accessi alle strutture di vendita.

Dopo quel duro momento, Lidl Italia, catena di supermercati con oltre 660 punti vendita su tutto il territorio nazionale, ha voluto lanciare un messaggio di speranza, uno sguardo al futuro chiamato ‘Lidl per l’Italia’. Un piano strutturato che si basa su tre pilastri: innanzitutto gli investimenti immobiliari, che, nel corso dell’esercizio 2020, supereranno i 400 milioni di euro per l’apertura di 50 nuovi punti vendita, diversi interventi di restyling della rete esistente e importanti investimenti nella logistica. Poi, l’occupazione sul territorio: nel 2020 sono previste oltre 2.000 assunzioni a livello nazionale. E, infine, la valorizzazione della filiera agroalimentare italiana, non solo grazie a un’offerta sempre più nazionale – oltre l’80% dell’assortimento a scaffale è prodotto nel nostro Paese – ma anche attraverso l’export.

Quest’ultimo punto, a supporto al made in Italy, è una delle caratteristiche di Lidl, che, facendo parte di un gruppo internazionale operativo in 29 Paesi, riesce a sfruttare la forza della sua rete come volano di crescita per le piccole e medie imprese alimentari che cui collabora, offrendo loro la possibilità di distribuire i loro prodotti anche sugli scaffali dei punti vendita Lidl nel mondo. Grazie a questo canale ‘interno’, lo scorso anno Lidl Italia ha esportato prodotti italiani nei circa 11.200 punti vendita Lidl nel mondo, per un valore pari a 1,6 miliardi di euro. Di questi, oltre 420 milioni di euro sono generati da prodotti ortofrutticoli, acquistati in Italia e venduti in tutti i nostri supermercati. Secondo i dati Istat 2019, questo dato rappresenta circa il 9% del totale export di frutta e verdura del nostro Paese.

A circa 6 mesi dal lancio, il piano Lidl per l’Italia prosegue in maniera spedita, segno di come l’azienda, nonostante la seconda ondata pandemica, abbia mantenuto le promesse. Delle nuove 50 nuove aperture previste ne sono state realizzate 37, mentre le restanti sono già programmate per gennaio e febbraio (l’anno fiscale di Lidl chiude e fine febbraio).

Senza dubbio il Nord Est ricopre un ruolo strategico per l’azienda, che, fin dal suo arrivo in Italia nel ‘92, ha scelto Arcole, nel Veronese, come sua sede centrale e come base di una delle sue piattaforme logistiche più all’avanguardia. Tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia si trovano ben 7 nuovi punti vendita inaugurati da maggio ad oggi, per un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro (il 10% degli investimenti annunciati per l’anno in corso). Anche il risvolto occupazionale, poi, è particolarmente positivo. Delle oltre 2.000 nuove assunzioni previste a livello nazionale, da inizio anno ad oggi, più di 500 hanno interessato proprio il Triveneto e la sede di Arcole, dove, nonostante le difficoltà del 2020, sono stati accolti ben 65 nuovi colleghi.

Insomma, Lidl Italia, con i suoi oltre 17.500 dipendenti, non solo è una delle realtà più solide e strutturate della Gdo italiana, ma intende contribuire alla ripresa del Paese attraverso investimenti mirati e la crescita dei suoi fornitori.

Lorenzo Pedrini

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