Intelligenza artificiale, la nuova frontiera sono i reels sui social. Ecco i primi video ‘fake’ creati dai software

Non solo immagini (vedi il Papa col piumino bianco), l’ultima frontiera dell’IA sono i filmati. Ecco come è possibile realizzarli

Papa in maxi piumino bianco  Foto virale. Ma  è finta

Papa in maxi piumino bianco Foto virale. Ma è finta

La prossima frontiera delle intelligenze artificiali potrebbe essere quella dei ‘reels’. I video brevi e d’impatto che condividiamo e ‘scrolliamo’ sempre più spesso sui social network potrebbero essere creati direttamente dalle nuove piattaforme in pochissimi secondi, permettendo un risparmio di tempo di ore e ore. Lo stesso che registi e film makers hanno impiegato fino ad oggi fino a ritagliarsi la propria professione.

Il Papa in piumino

In molti ricorderanno l’immagine di papa Francesco con un vistoso piumino bianco griffato Balenciaga (creata tramite il software d’intelligenza artificiale Midjourney) e la conseguente valanga di creduloni - ma neanche troppo da biasimare - che immediatamente hanno creduto si trattasse di una foto vera. Questo grazie a tecnologie sempre più efficaci, che permettono di creare immagini (e ora anche video) in alta definizione, facendole assomigliare in tutto e per tutto a una foto autentica. Con la conseguente pioggia di disinformazione all’insegna delle fake news. E se ciò accadesse anche con i video di Facebook e Instagram, che ogni giorno guardiamo e riguardiamo?

Ora anche i video

Il caso arriva direttamente da Oltreoceano: una startup di New York, Runway AI (che ad oggi conta quaranta impiegati e un fatturato di 95 milioni di dollari), attraverso il proprio programma di intelligenza artificiale ha dato vita a un filmato di un fiumiciattolo che scorre nel bel mezzo di una foresta, in pochissimi secondi. Basta inserire le parole chiave nell’apposito spazio e il gioco è fatto. E ancora: un uomo impegnato a camminare tra i grattacieli di una città, addirittura un cane che sembra conversare con il proprio smartphone in mano. Ma i casi sono infiniti e, come sottolinea Cristóbal Valenzuela, chief executive di Runaway, “queste tecnologie sono le più importanti tra quelle inventate negli ultimi cento anni, troppo importante per essere relegate ai laboratori: bisogna che le persone abbiano la possibilità di sperimentarle”. Il sistema si basa sulla raccolta di un’infinita quantità di dati - come quasi sempre accade con le IA - e di immagini che, affiancate e sovrapposte poi una all’altra, finiscono per dare vita a brevi video. I primi esempi pubblicati presentano, in realtà, una scarsa qualità e sembrano quindi piuttosto irrealistici. Ma il passaggio, da questi a veri e propri filmati quasi perfetti, sembra immediato.

I problemi legali

Tutti hanno visto quanto accaduto con ChatGPT, il software di OpenAI che permette letteralmente di conversare con un’intelligenza artificiale in una molteplicità quasi infinita di discorsi, spesso assolutamente coerenti. Progetto che ha visto subito lo stop del Governo italiano, con la paura che la piattaforma porti a risvolti incontrollabili. Eppure queste tecnologie sembrano aumentare di giorno in giorno, e la loro espansione appare irrefrenabile. Un altro timore è quello di vedere, anche in questo contesto, l’intelligenza artificiale soppiantare una gran quantità di lavori oggi appannaggio esclusivo dell’uomo. Registi, post produttori di video e quant’altro potrebbero vedersi facilmente prevaricati dalle macchine. E perdere il proprio impiego. Anche colossi come Google e Meta, nell’ultimo anno, hanno implementato sistemi di generazione automatica dei video. Li hanno poi bocciati per la stessa paura che finissero per distribuire disinformazione qua e là senza controllo. Più che una vera censura, sembra un blocco preventivo in attesa di capirne di più e arrivare a un quadro più chiaro. La domanda, intanto, sorge spontanea: potrà la paura dell’essere umano (o di qualcuno) fermare un progresso tecnologico sempre più in atto, che corre sempre più veloce?

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