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EMILY POMPONI
Economia

Intelligenza artificiale e pericoli, l'esperto Cabitza: "L'allarme è reale"

Uno straordinario orizzonte per l'uomo che però, senza la giusta consapevolezza, può nascondere dei rischi. Lavoro, mercato e ambiente: tutte le risposte di Federico Cabitza, ingegnere informatico interazionista tra i massimi scienziati AI e professore all'Università di Milano-Bicocca

Milano, 6 maggio 2023 - Senza rendercene conto siamo entrati nell'era dell'intelligenza artificiale. Se qualche anno non immaginavamo di poter fare compere online e men che meno comunicare gratuitamente grazie a chat di messaggistica istantanea, oggi all'alba del Metaverso ci chiediamo che ruolo avrà l'AI nelle nostre vite, in termini di opportunità ma anche di rischi.

Intelligenza  artificiale   La frontiera  dei sistemi   di sicurezza
Intelligenza artificiale La frontiera dei sistemi di sicurezza

In questi giorni grandi colossi tech come Ibm e Walmart hanno dichiarato che parte delle attività di ufficio le affideranno alle nuove macchine intelligenti, mentre uno dei padri della stessa intelligenza artificiale, Geoffrey Hinton, ha lasciato Google lanciando l'allarme sulla pericolosità di questi nuovi strumenti.

A che punto siamo con l'AI: ci ruberà davvero il lavoro? E quale approccio bisogna avere con queste tecnologie? Ce lo racconta uno dei massimi esperti in materia, Federico Cabitza, ingegnere informatico specializzato nell'interazione uomo-macchina, professore all'Università di Milano-Bicocca e uno dei firmatari della lettera aperta di Elon Musk contro l'intelligenza artificiale, ospite oggi 6 maggio al Festival VicinoLontano di Udine (qui il programma).

L'intelligenza artificiale oggi

Sebbene l'espressione esista più di settant'anni, solo da poco si sta parlando di intelligenza artificiale. Il prof. Cabitza, autore insieme a Luciano Floridi del libro Intelligenza artificiale. L'uso delle nuove macchine (2021), spiega che la ragione è molto semplice: lo scorso 30 novembre è accaduto qualcosa di rivoluzionario, ossia che l'intelligenza artificiale ha imparato a conversare con gli essere umani attraverso il linguaggio scritto. E il risultato è stato sorprendente: la macchina è in grado di fornire all'umano molte più informazioni rispetto ad un normale motore di ricerca come Google, ad esempio, utilizzando un approccio interazionale simile ad un "amico super preparato". Ciò, spiega l'esperto, apre uno straordinario orizzonte all'essere umano che si muove nel panorama dell'informazione.

Rischi e opportunità

Le opportunità che comportano i nuovi sistemi intelligenti, si pensi a ChatGPT ad esempio, sono piuttosto noti: con una semplice domanda è possibile ottenere riassunti, traduzioni, stringhe di codice informatico, e così via. Tuttavia, avverte Cabitza che l'allarme sollevatosi attorno all'AI è reale. "Ci si dovrebbe fermare un secondo a pensare alle conseguenze di uno sviluppo senza direzione e senza una normativa che aiuti a stabilire ciò che è lecito da ciò che è illecito", spiega.

Accanto alle opportunità, infatti, i sistemi che sfruttano l'intelligenza artificiale potrebbero essere anche pericolosi. I principali pericoli a cui prestare attenzione sono la manipolazione e la persuasione. Citando le parole dell'ex Google Geoffrey Hinton, spiega Cabitza che "questi sistemi sono in grado di creare contenuti assolutamente credibili e verosimili, ma che possono essere totalmente falsi". Il professore fa riferimento ai deepfake, ossia foto, video o audio creati artificialmente attraverso l'AI ma che sono in grado di ricreare in modo così realistico volti, movimenti e voci da sembrare reali (si pensi all'iconica foto che girava sui social di Papa Francesco in chiave rapper con il piumino stile Moncler).

Di fronte a questi tipo di rischi, che mettono a dura prova gli utenti più impreparati come gli addetti al settore, bisogna adottare un "atteggiamento non scettico, bensì critico e riflessivo". Per trasformare il rischio in opportunità è importante avere prudenza contro le falsità. Anche perché, sottolinea il professore, le falsità non sono introdotte dall'intelligenza artificiale, ma attraverso esse da chi le usa. "Non sono loro ad essere malevole, ma gli operatori che utilizzano questi sistemi che in alcuni casi potrebbero avere intenzioni maliziose e orientate alla criminalità".

Un mercato sempre più influente

La pubblicità e il marketing già abitano la Rete, ma come avverte Cabitza l'intelligenza artificiale aumenterà senz'altro la capacità di profilazione dati degli utenti a favore delle aziende che sfruttano l'AI per trarre maggiori profitti. "Con questi strumenti di intelligenza artificiale avanzerà una nuova generazione di strumenti in grado di profilare molto precisamente ciascuno di noi, e dunque proporci determinati prodotti pubblicitari e convincerci a comprare una cosa piuttosto che un'altra. Ci stiamo affacciando su un'era di informazioni che potenzialmente possono farci cambiare idea e influenzare le nostre opinioni, senza quasi che ce ne accorgiamo". Ma è qui che bisogna esercitare il proprio senso critico: "se siamo consapevoli allora possiamo affrontare questa novità".

L'esperto lancia uno sguardo al futuro di questo mercato sempre più influente, dove gli operatori del mercato che hanno il privilegio di sfruttare l'AI potrebbero assume maggiore potere. Infatti, queste nuove macchine potrebbero "ribaltare i rapporti di forza tra corporation e istituzioni pubbliche e sociali, come accadde già con l'avvento dei motori di ricerca e i social media". Ad oggi, osserva Cabitza, sono davvero poche le aziende che possono permettersi i costi elevati che richiede l'intelligenza artificiale. E dal momento che in futuro sempre più servizi faranno riferimento a questo tipo di prodotti, si rischia di concentrare il potere in poche mani.

Sostenibilità: quando consuma l'AI

A proposito dei costi relativi all'utilizzo dell'intelligenza artificiale, il professore fa riferimento alle bollette. Attualmente, l'AI consuma tantissima energia e pertanto non si può parlare di un prodotto sostenibile. Secondo un calcolo svolto da Cabitza, una domanda posta a ChatGPT consuma circa 9 volte di più rispetto alla stessa domanda posta su un normale motore di ricerca, come ad esempio Google. Tuttavia, spiega l'esperto che in futuro l'IA consumerà meno: sia perché le nuove tecnologie renderanno le macchine sempre più efficienti, e dunque sostenibili, ma soprattutto "perché conviene fare sistemi ecologicamente sostenibili, poiché costano meno". Una svolta si avrà, secondo il professore, quando un sistema di intelligenza artificiale sarà fruibile sui nostri cellulari e su tutti i terminali; senza passare da un cloud, sarà un prodotto immediato e più ecologico. Allora "ci sarà una spinta virtuosa verso un continuo risparmio di risorse".

L'intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro?

Più che di fronte ad un "furto", spiega Cabitza, siamo di fronte ad una "trasformazione del lavoro". Il punto è che l'intelligenza artificiale non può rubare il lavoro all'essere umano, perché il lavoro si compone di tante piccole mansioni; il fatto certo, però, è che l'AI automatizzerà alcune di queste mansioni, stravolgendo e reinventando alcune delle professioni così come le conosciamo oggi. E i lavori più a rischio sono quelli dove si scrive, legge e riassume di più. Ad esempio un giornalista, di fronte alla progressiva automatizzazione della scrittura o di altri processi del suo lavoro "dovrà cercare altri compiti, fare qualcosa di più arricchente, creativo e intellettualmente sfidante". Dunque, in quest'ottica evoluzionista, alla domanda "l'intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro?" Cabitza risponde "no, ce lo trasformerà. E in molti casi sotto i nostri occhi. Allora dovremo essere elastici abbastanza da poter integrare questa innovazione nel nostro lavoro".

Per chiarire cosa intende, il professore fa l'esempio degli Stati Uniti anni Trenta, quando le persone venivano impiegate per premere il pulsante di attivazione degli ascensori. Quella professione, spiega, è rimasta in vita fino a quando gli stessi ascensori sono diventati più intelligenti, facendo svanire a poco a poco l'esigenza di una persona che premesse il pulsante di attivazione. "Chi non seguirà la trasformazione - esorta Cabitza - allora sì, è a rischio; perché non più adatto al panorama attuale, dove ci saranno cose che non si potranno più fare ma al contempo ci saranno cose che invece si potranno finalmente fare".

Consapevolezza, utilizzo e sicurezza

Siamo di fronte ad un panorama straordinario per l'informazione e per l'interazione uomo-macchina. Ma questa interazione deve necessariamente essere consapevole. Cabitza sottolinea come gli utenti che si approssimano ad utilizzare l'intelligenza artificiale deve acquisire consapevolezza dello strumento e maggiore senso critico. Soprattutto in un contesto europeo, dove vigono democrazia e il diritto alla privacy. "Bisogna saper interrogare questi sistemi, ma anche interpretare le loro risposte". Prendendo ancora una volta come esempio ChatGPT, Cabitza spiega come si tratti di uno "strumento straordinario per ottenere una sintesi molto ricca, ma ogni singola affermazione può celare un'allucinazione, ossia un errore". Bisogna dunque imparare a porre le domande giuste e ad avere le giuste aspettative sulle domande, esercitando il senso critico. Come l'avvento delle calcolatrici ha diminuito la capacità umana di calcolare, così l'intelligenza artificiale non deve far perdere all'essere umano "la capacità di interpretare le situazioni complesse e di formulare un giudizio su una situazione". E per acquisire consapevolezza su questi strumenti è importante puntare sull'insegnamento, offrendo formazione sull'intelligenza artificiali a partire dalle scuole di primo e secondo livello. "Ma non basta. Bisogna educare tutta la cittadinanza attraverso la sensibilizzazione, cercando di far capire ad ogni singolo utente che ci sono grandi poteri in ballo".